
Quando ci siamo trasferiti a Londra, nell’aprile del 2021, eravamo ancora in lockdown. La variante inglese aveva colpito duro e la Gran Bretagna aveva risposto alla seconda ondata con grande disciplina. Per noi, appena trasferiti, con tutte le nostre cose in un container fermo a Singapore, questo rappresentava un disagio nel disagio: tutte le mie cose erano in mezzo al mare e cosi, appena iniziarono le prime, timide riaperture dei ristoranti, iniziammo ad approfittarne, finendo addirittura in quello che, nella nostra mentalità di expat, rappresentava il luogo da cui tenersi lontani, ossia la pizzeria italiana del quartiere. Napoli on the road, si chiamava quel piccolissimo locale, con le piastrelle colorate che richiamavano la Costiera amalfitana e camerieri affabili e simpatici. A dispetto delle bassissime aspettative, bastò la prima pizza a farci cambiare idea: una pizza come solo a Napoli ne avevo viste, con un cornicione bruciacchiato a dovere e una mozzarella che si scioglieva bianca, su un lago di spessa salsa rossa. L’assaggio confermò la prima impressione e da allora fu tutto uno sfottò da parte degli amici rimasti in Italia, pronti a prendermi in giro quando dicevo che la migliore pizza napoletana la mangiavi a Londra-Chiswick vicino a casa mia. A tappare la bocca a tutti fu un articolo del Sunday Times che ripeteva esattamente le mei stesse parole (la miglior pizza di Napoli si trova a Chiswick) , che diede la stura a tutta una pioggia di premi, in tutte le giurie del mondo. L’apoteosi arrivò con New York Times e più cresceva la fama della “nostra” pizzeria, più ci prendeva un misto di orgoglio e di sconforto: felicissimi per Michele Pascarella e la sua squadra, ma desolatissimi per l’impossibilità di trovar posto. Per fortuna, un nuovo locale a Richmond e l’attenuarsi del fascino della novità hanno provveduto a ristabilire una sana via di mezzo: la prenotazione è d’obbligo, ma non certo a tre mesi di distanza. E, soprattutto, gli amici italiani hanno smesso di alzare le sopracciglia al cielo, specie quelli che hanno potuto provare questa esperienza. Per tutti gli altri, c’è il libro, fragrante di stampa!
PIZZA NERANO
di Susy May

“Una Margherita e una Nerano” è stato l’ordine a cui eravamo più abituati, ogni volta che prenotavamo un tavolo da Napoli on the Road. E se sulla prima non c’è bisogno di spiegare nulla, fatemi spendere due parole sull’altra, il cui nome evoca ovviamente i celeberrimi spaghetti, uno dei tanti vanti della cucina campana. Zucchini e Provolone del Monaco ritornano anche nella pizza, arricchita ovviamente di mozzarella e fior di latte per assicurare quella cremosità che non si potrebbe ottenere altrimenti. E se i puristi storcono il naso, pazienza: vorrà dire che ordinerò anche la loro!
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PIZZA CON BURRATA BASILICO E ACCIUGHE

Confesso di essere una Margherita addicted, specialmente nelle pizzerie dove vado per la prima volta: a dispetto di carte chilometriche, che propongono infinite combinazioni di ingredienti, per me la Margherita resta il vero banco di prova del pizzaiolo, oltre che un’esperienza appagante, nella sua assoluta semplicità. Tuttavia, non disdegno le sue varianti, specie con le acciughe e, ahinoi, anche con la burrata. Che lo so che sulla pizza non ci dovrebbe andare, ma tant’è: nel listino delle tentazioni di una signora di mezza età, è la burrata, oggi , ad occupare le prime posizioni e visto che a casa raramente posso permetterla (qui, al massimo, si trovano quelle industriali, prodotte per la grande distribuzione), se mi fido del ristoratore, cedo immancabilmente. Di Napoli on the Road avrete capito che mi fido e quindi sì, si metta agli atti che ho tradito la Margherita anche con questa.
E lo rifarei domani…
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PIZZA CON CREMA DI PISELLI, PROSCIUTTO COTTO E PARMIGIANO

Una delle grandi sfide che deve affrontare chi apre un’attività di ristorazione all’estero riguarda le materie prime: anche se il km 0 fortunatamente non va più di moda, è una verità universalmente riconosciuta che la mozzarella buona sia più difficile da trovare in Inghilterra che in Campania. Per tacer dei pomodori, del basilico fresco e di tanti altri ingredienti che sono il vanto della nostra cucina. Si aggiunga anche che, molto più spesso di quanto si creda, i locals sono avvezzi ai loro sapori, non ai nostri: e anche se oggi si va sempre di più verso cucine nazionali che non fanno sconti ai palati degli avventori (se vuoi mangiare indiano non piccante, cambia ristorante), la cucina fusion resta ancora viva e vegeta. Da noi, probabilmente, i piselli sulla pizza non avrebbero grande successo: ma qui, dove i frozen peas sono la risorsa di tutte le massaie, possono trasformarsi in una intelligente via di mezzo per chi non osa oltrepassare del tutto la sua comfort zone. L’italianità, stavolta, è nell’abbinamento con il prosciutto cotto e la mozzarella, per formare un condimento insolito ma che sa vincere ogni titubanza, da una parte e dall’altra.
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PIZZA CAPRICCIOSA BIANCA

Quando ero piccola e ancora non esistevano le consegne a domicilio e la pizza a casa te la preparava la mamma (or mi sovviene pure il preparato pronto, nelle scatole di cartone simili a quelle della pasta…), la pizzeria era un appuntamento fisso, specialmente d’estate. Se si era in vacanza, la prima ricognizione serale riguardava proprio questi locali, con tutti i sensi all’erta per scovare quello che ci avrebbe conquistato al primo diffondersi del profumo del forno a legna. A casa, si sceglieva per fedeltà, per amicizia, per comodità: ma era sempre una festa.
Tuttavia, l’elenco delle pizze era alquanto ridotto. C’erano la Margherita, la Napoletana, la Marinara, la pizza al prosciutto (cotto), la quattro formaggi, rigorosamente bianca, e la quattro stagioni. Non ricordo quando comparve anche la Capricciosa, ma ricordo bene la delusione quando scoprimmo che si trattava di una Quattro Stagioni disordinata: come dire, mangi le stesse cose, ma mischiate e tanto basti, fino alla prossima ventata di novità.
Non credo di averla mai più ordinata, a dire il vero, sedotta prima dalla fantasia dei pizzaioli e poi dalla stagione delle pizze gourmand: ma di sicuro oggi preferirei questa versione, senza il pomodoro che contrasti con l’insieme degli ingredienti, fra cui spiccano il Salame di Napoli e i carciofi grigliati, in una tavolozza di sapori che incanta, alla vista e al gusto.
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SBRICIOLATA ALLA NUTELLA

Mi rendo conto che, se ora iniziassi a tessere le lodi anche della carta dei dolci, potrei essere accusata di pubblicità occulta: mentre no, quello a cui ho dato voce, in questa settimana, è solo il cuore di una expat golosa, ormai rassegnata a dover rinviare le sane abitudini della sua vita in Italia alle parentesi dei ritorni a casa. Quindi, no, non lo farò, e non solo perché la mia coscienza è immacolata, ma anche e soprattutto perché noi, questa sbriciolata alla nutella, non l’abbiamo mai vista, in carta. Possibile che sia stata come sempre distratta dalla Ricotta e pere o dalle Delizie al limone, altro must per ogni “serata pizza” che si rispetti. Però, mi sembra strano non ricordarla, visto che anche questo è un dolce che, prima di tutto, si mangia con gli occhi. La tradizione è quella delle sbriciolate, a cui la fantasia dei cuochi aggiunge, da qualche anni, ripieni diversi, dalla crema pasticcera all’immancabile pistacchio. A Napoli on the road vanno sul sicuro e si giocano la carta della Nutella: come dargli torto, verrebbe da dire. E chi siamo noi per resistere, verrebbe da aggiungere. E visto che in carta non l’ho mai trovata, sarà meglio correre a colmare la lacuna, prima di passare al prossimo libro!
Noi torniamo lunedì prossimo, con una nuova sorpresa: mi raccomando, se rifate qualcuna delle nostre ricette, pubblicate qui o sui blog delle signore di Cook my Books, taggateci: solo così potremo ricondividerle su questo profilo, con tutti i nostri lettori.
Ci vediamo lunedì e buon fine settimana!
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Pizza pancetta e zucchine

La pizza pancetta e zucchine è una gustosa combinazione di croccantezza, con la pancetta affumicata, e di tenerezza data dalle dolci zucchine… ed è una pizza veramente deliziosa.
È possibile preparare una base per pizza in stile napoletano a casa, ma bisogna fare attenzione sia agli ingredienti che al metodo per ottenere i migliori risultati. Di seguito trovate la ricetta suggerita da Michele Pascarella nel suo libro Napoli on the road. L’impasto è favoloso e otterrete dei risultati stupendi anche in un semplice forno di casa.
Michele usa poco lievito, proprio come piace a me, e funziona a meraviglia!
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PIZZA MARGHERITA 2.0
di Susy May

Sai quando entri in pizzeria e ordini una margherita “tanto per andare sul sicuro”? Ecco, con la Margherita 2.0 di Michele Pascarella, quella sicurezza viene presa, ribaltata e trasformata in un piccolo shock emotivo. Ma gentile, eh. Niente pugni allo stomaco. Solo una specie di sussurro croccante che ti dice: “Pensavi di sapere cosa fosse una vera margherita?”
Spoiler: non lo sapevi.
Mozzarella di bufala, pomodoro San Marzano, basilico, olio extravergine… stop. Niente topping gourmet, nessuna schiuma d’olio o crumble di qualcosa. Eppure, appena la mordi, ti rendi conto che ogni singolo ingrediente è lì con un motivo preciso e questa è l’essenza della pizza.
Cari amici non aggiungo altro, anzi concludo dicendo che questa è la mia seconda ricetta tratta dal libro di Michele Pascarella @iammichelepascarella “NAPOLI ON THE ROAD” protagonista della settimana di @cook_my_books e forse avete già capito che le sue pizze sono tutte da provare…quindi ora tocca a voi, mani in pasta e via che stasera si mangia la pizza!
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Crocché di patate
di Katia Zanghì

A casa mia si chiamavano così, e non, come oggi, “crocchette”. Adesso si trovano in qualsiasi friggitoria, ma la versione moderna non è che un pallido tentativo di imitazione: le nostre Crocché erano proprio come queste, cicciotte , con il prezzemolo e quel cuore filante che non smette ancora di fare innamorare chiunque. Ecco perché, fra le mille pizze del libro della settimana di Cook_my_Books https://www.instagram.com/cook_my_books/, Napoli on the road, di Michele Pascvarella, ho scelto di cominciare con questa ricetta. Sono certa, però, che proverò anche qualcuna delle meraviglie che già le altre amiche vi hanno mostrato nei vari blog…
Andate a dare uno sguardo!
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PIZZA GORGONZOLA E PERA

La mia seconda ricetta tratta dal libro protagonista della settimana di Cook My Books “Napoli on the road” di Michele Pascarella è la “Pizza gorgonzola e pera”.
Una pizza deliziosa e molto particolare grazie all’abbinamento dolce e aspro del formaggio Gorgonzola con le pere succose.
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PIZZA CON POMODORINI GIALLI, ‘NDUJA E BASILICO

La pizza che ordino più spesso è con la spianata calabrese! Adoro il pizzicore bruciante che si sposa a meraviglia con la dolcezza della mozzarella e del pomodoro!
Grazie a @cook_my_books, e a“Napoli on the road” di Michele Pascarella @iammichelepascarella, ho scoperto la versione PRO: pomodorino giallo, particolarmente dolce, fiordilatte delicato e…. Bamm! L’esplosione di calore e sapore della ‘nduia calabrese! Una cosa pazzesca! Dovete provarla!
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