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Tips & Tricks: i mille volti del Peperoncino

by MTChallenge

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Vi è mai capitato di mangiare un boccone e dopo un attimo sentire un incendio nella bocca e un calore correre su fino alla testa, tanto da farvi diventare tutti rossi e riempirvi gli occhi di lacrime? Probabilmente in quel boccone c’era del peperoncino, e probabilmente alcuni di voi, da quella volta, avranno evitato in ogni modo che quell’esperienza si ripetesse; altri, invece, da allora, saranno sempre andati alla ricerca di quel piacere doloroso, o dolore piacevole, quell’ossimoro ancora inspiegabile che spinge gli amanti del piccante a osare sempre di più, aumentando le dosi di peperoncino nelle proprie pietanze fino a raggiungere quel minimo di sofferenza, perché altrimenti non c’è gusto, e andando alla ricerca di specie di peperoncino sempre più piccanti, per riuscire a soddisfare la loro voglia insaziabile, quasi come fosse una dipendenza.
Gli estimatori del peperoncino sarebbero pronti a scommettere che ciò che amano è il “sapore” del piccante, in realtà questa sensazione non ha nulla a che vedere con il senso del “gusto”: le papille gustative percepiscono, come noto, il dolce, il salato, l’amaro e l’acido, e ultimamente è stato aggiunto un quinto sapore, l’umami, ovvero la percezione del glutammato. Ma il piccante no, non è un sapore trasmesso dai recettori del gusto, ma una sensazione trigeminale. Quando mangiamo un peperoncino, nella saliva si scioglie la capsaicina, una sostanza chimica della famiglia degli alcaloidi, responsabile del piccante. La sensazione di bruciore è avvertita dal nervo trigemino, che è una sorta di campanello d’allarme in grado di captare anche altri “pericoli” come il caldo, il freddo, il dolore o i gas tossici.
In fondo il mangiatore di peperoncino è come l’amante degli sport estremi: mangiare piccante è come fare bungee jumping, o andare sulle montagne russe: il nostro corpo ci avverte di un pericolo, che però in realtà non esiste, ed è proprio questo che ci piace, questa passione per il brivido che ci contraddistingue dagli animali; solo l’uomo, infatti, riesce a trasformare un’esperienza che il nostro corpo segnala come pericolosa in una sensazione piacevole.
Cavalcando la sua fama di azzardo, il peperoncino assume, a seconda delle varietà e delle località, nomi sempre molto suggestivi e spesso inerenti al dominio del pericolo e della trivialità, o termini che evocano animali pericolosi e la sfera infernale. In Italia lo chiamiamo diavolicchio, o diavulillo, ed esiste una specie coltivata in Abruzzo denominata Bacio di Satana, El Diablo è invece una varietà originaria delle Maldive. In Argentina il peperoncino è chiamato puta pariò, che vuol dire “partorito da una prostituta”, anche in Brasile alcune specie sono chiamate puta que pariu, con lo stesso significato, e in Messico coltivano un peperoncino chiamato Hijo de Puta Madre; lo Scorpione di Trinidad è attualmente il peperoncino più piccante al mondo, e il Naga Viper era in testa alla classifica dei peperoncini più piccanti al mondo nel 2010.
Ebbene sì, esiste una classifica di piccantezza dei peperoncini, che viene aggiornata di anno in anno e che si basa su una scala di misura chiamata Scala di Scoville. Questa scala empirica del bruciore causato dalla capsaicina entrò in vigore nel 1912, quando il chimico Wilbur Scoville la istituì chiamando a rapporto un team di assaggiatori ai quali sottopose un estratto della sostanza a diverse diluizioni, fissando arbitrariamente la capsaicina pura a 16 milioni di “gradi Scoville”, che indicano la diluizione necessaria a far perdere piccantezza al peperoncino analizzato. La scala di Scoville è ancora molto utilizzata, oggi però non si definisce più la piccantezza dei peperoncini in base all’assaggio, ma attraverso la cromatografia liquida ad alta prestazione, che permette di determinare quanti alcaloidi responsabili della piccantezza (tra cui la capsaicina) sono presenti in una certa quantità di peperoncino.
Scala di piccantezza (da Wikipedia)
Gradazione Scoville
Tipo di peperoncino
15.000.000–16.000.000
8.800.000 – 9.100.000
6.000.000 – 8.600.000
2.500.000 – 5.300.000
Spray al peperoncino della polizia
1.067.286 – 2.000.000
Trinidad Scorpion Butch TaylorNaga ViperInfinity Chili, Spray al peperoncino comune
855.000 – 1.041.427
876.000 – 970.000
350.000 – 855.000
100.000 – 350.000
HabaneroScotch BonnetBird’s Eye (noto anche come “Piripiri”, “Pilipili”, “African Devil”), Jamaican Hot
50.000 – 100.000
SantakaChiltecpinThai Pepper (noto anche come Thai Dragon), Rocoto
30.000 – 50.000
AjíCayenna, Tabasco, Piquin
15.000 – 30.000
5.000 – 15.000
2.500 – 5.000
1.500 – 2.500
1.000 – 1.500
100 – 1.000
Mexican Bell, Cherry, New Mexico Pepper, AnaheimPeperone
0 – 100
Da sapere:
La capsaicina non è solubile in acqua, quindi è inutile spegnere i bollori del peperoncino bevendosene un bel bicchierone. È meglio mangiare del pane, i più esperti potranno confermare, ed è anche provato scientificamente, in quanto l’azione fisica del pane rimuove la capsaicina dai recettori.
Nell’alcol, invece, questa micidiale sostanza ha una buona solubilità, quindi è preferibile farsi una bella “golata” di una bevanda alcolica, anzi, superalcolica, visto che una semplice birra ha una gradazione troppo bassa per estinguere il fuoco.
I grassi, tuttavia, risultano essere l’ambiente migliore in cui sciogliere la capsaicina, quindi la cosa migliore da fare per placare la furia piccante è mangiarsi un pezzo di formaggio, la caseina, inoltre, avvolge la capsaicina e la rimuove dai recettori.
Se vi è scappato del peperoncino di troppo nel piatto che state cucinando, aggiungete all’intingolo una patata cruda sbucciata e tagliata a pezzi. Dopo un’oretta la patata avrà assorbito il peperoncino in eccesso, quindi potrete eliminarla. La stessa accortezza si può applicare nel caso di un sugo troppo salato.
Il peperoncino è l’unica spezia che non proviene dall’Oriente, ma dalle Americhe, sono documentate coltivazioni di peperoncino già nel 5500 a.C. Gli Atzechi furono i primi ad utilizzarlo nel cibo e durante i rituali religiosi, e non solo, lo aggiungevano anche al loro xocoatl (cioccolato), ottenendo quel connubio miracoloso ben noto a Vianne -Juliette Binoche-, protagonista del film Chocolat, che offriva questo afrodisiaco infallibile ai mariti delle donne insoddisfatte.
Con Cristoforo Colombo il peperoncino giunse in Europa e presto venne diffuso in Africa e in Asia, diventando il “pepe dei poveri” perché era una pianta facilmente coltivabile ad ogni latitudine e clima, e i suoi frutti essiccati potevano sostituire egregiamente il pepe nero, che era riservato solo ai più agiati.
La pianta del peperoncino appartiene alla famiglia delle Solonacee, in particolare al genere Capsicum, lo stesso che comprende anche il peperone e la paprika, che è una varietà di peperone coltivata in grandi quantità in Ungheria. Il peperone e il peperoncino non sono altro che due varietà dello stesso frutto, ma per comodità merceologica si distinguono in due grandi categorie, intendendo con i primi tutti i frutti dolci, acerbi o maturi, usati in cucina come ortaggio e con i secondi tutti quelli piccanti, solitamente molto più piccoli e impiegati come aromatizzanti.
I peperoni e i peperoncini vengono raccolti e commercializzati sia acerbi, di colore verde, che maturi, di colore giallo o rosso. La fase di maturazione, e quindi il colore, non implica una maggiore o minore piccantezza del peperoncino, che dipende esclusivamente dalla quantità di capsaicina contenuta nella polpa.
Il peperoncino è ricco di vitamine, soprattutto Vitamina C, inoltre ha un forte potere battericida, ed è anche per questo motivo che si è diffuso molto in cucina soprattutto nei paesi più caldi, dove il clima favorisce la crescita batterica e la conservazione del cibo risulta più difficile. Inoltre proprio nei paesi dal clima più torrido si consumano grandi quantità di peperoncino perché si ritiene che sia un buon metodo per combattere il caldo: il peperoncino infatti aumenta la sudorazione, che ha la funzione di ridurre naturalmente la temperatura corporea.
Specie più comuni di peperoncino
peperoni dolci
  • Capsicum annuum, probabilmente la più coltivata, comprende le varietà più diffuse
peperoncino comune
peperoncino comune in Italia – è sottile, di forma allungata, non arriva quasi mai a superare i 5 cm di lunghezza

peperoncino ciliegia

                                       
peperoncino ciliegia: anche detto Bacio del diavolo, per il suo gusto piccante, ha forma piccola e tondeggiante, molto simile ad una ciliegia. Mediamente piccante, ha un grande utilizzo nella cucina italiana, in special modo in quella calabrese


peperoncino di cayenna
il peperoncino lungo sottile di Cayenna – è il peperoncino per antonomasia, e il più diffuso in Italia (anche chiamato Spagnolino, Peperone a cornetto, Diavolicchio, Diavolillo). Produce frutti penduli e sottili, piccantissimi, verdi acerbi e rossi a maturazione, che raggiungono anche i 10 cm di lunghezza. Si coltiva nel sud Italia, in Spagna e nell’Africa Settentrionale
jalapeno messicano
jalapeno messicano : peperoncino messicano, verde scuro, dalla pelle molto liscia. Lungo fino a 7 cm e largo circa 2, presenta la parte terminale molto arrotondata. A maturazione ultimata, essiccato e affumicato, prende l’antico nome atzeco di chipotle
chile negro o chilaca
Chile negro o chilaca: è la Pasilla, un peperoncino di colore scuro e dal sapore mediamente piccante. Chilaca è il termine che viene usato per il prodotto essiccato.
chile ancho
chile ancho: è il classico peperone messicano, rosso bruno, a forma di cuore, simile nella forma al nostro peperone dolce. In cucina, è usato come verdura, ancor più che come spezia. Se viene essiccato, il suo sapore è pieno e dolce
  • Capsicum baccatum, include
da qui
 il cappello del vescovo, cosiddetto dalla caratteristica forma a campana scanalata. Poco piccante, dalla buccia sottile e dalla polpa spessa
 l’ají: è uno dei componenti fondamentali della cucina peruviana e boliviana, usato spesso fresco. Può avere un retrogusto fruttato o agrumato ed è presente in vari colori
  • Capsicum chinense, che non è una specie cinese, ma sud-americana, originaria dell’Amazzonia, include
 l’habanero, rimasto fino al 2006 nel Guinness dei primati come il peperoncino più piccante del mondo, le sue bacche a forma di lanterna sono alte e larghe circa 3 cm, dal verde passano all’arancio e poi al rosso
 
  • Capsicum frutescens, include tra gli altri
tabasco
 il tabasco: peperoncino originario della zona del golfo del Messico. Sottile ed appuntito, molto piccante, è alla base dell’omonima salsa
  • Capsicum pubescens, include
rocoto
 il rocoto: anch’esso proveniente dal Perù e dalla Bolivia e molto utilizzato nella cucina di quei Paesi, è contraddistinto dalla presenza di semi neri, anzichè bianchi: non fatevi ingannare dall’aspetto gradevole: è molto, ma molto piccante
 Le specie di peperoncino coltivate commercialmente in Italia sono poche, tuttavia sono reperibili molte cultivar, anche se i più diffusi restano il peperoncino comune e il peperoncino di Cayenna.
A livello amatoriale, invece, si è sviluppata una fiorente comunità di appassionati, che coltivano tutte le 5 specie principali e anche molte delle minori. Esistono numerosi siti internet che mettono a disposizione i semi delle più disparate specie e varietà per la vendita e lo scambio, sui quali è anche possibile trovare consigli pratici sulla coltivazione casalinga delle piantine, informazioni tecniche e descrizioni dettagliate delle varie cultivar.

Bibliografia
Giorgio Creti, Il peperoncino, la storia, le ricette e le virtù, Idealibri, 1999
Mila De Franco, Il peperoncino rosso- i poteri curativi, De Vecchi 1994

21 comments

Terry 13 Aprile 2013 - 14:03

Informazione Completata in tutti gli effetti! Grazie

Mai 13 Aprile 2013 - 7:00

Grazie Elena, sei sempre super!
Adesso ho capito, che i miei trigiemini sono in "super allerta" ecco perché mi gonfio e sofoco dopo che sono diventata viola, se assaggio il peperoncino. ..!
Ma adesso ho capito anche cosa sentono gli apassionati del puccante… puenting, bungee jamping e montagne russe le adoro!

Besos grande Elena!

La cucina di Bucci 13 Aprile 2013 - 8:28

Ecco, vedi? Io invece sono il contrario di te, non fatemi mai fare bungee jumping, non fatemi salire sulle montagne russe (ma nemmeno sulla Sagrada Familia, se è per questo), però datemi da mangiare il peperoncino più piccante del mondo e io lo proverò volentieri! Adoro soffrire così!
Besos a te, stupenda Mai!!!

Anna--USA 12 Aprile 2013 - 12:27

come sempre un articolo splendido, Elena!
Dove vivo ci sono molti animali selvatici che gironzolano normalmente anche intorno alla nostra casa, tra questi gli scoiattoli sono praticamente addomesticati, non hanno paura di nulla, certo non di noi. Pero' hanno l'abitudine di scavare, e di mangiare qualsiasi pianta (specialmente i mirtilli) che cerco di far crescere in giardino. Una volta ho deciso di coltivare una pianta di peperoncino habaneros, che in teoria sono i piu' piccanti al mondo, per vedere se provavano a mangiare anche quelli e magarui scoraggiarli a ritornare. Beh, non so se la fisiologia delgi scoiattoli sia diversa dalla nostra quando si tratta di reagire alla capsaicina, ma appena i peperoncini sono maturati gli scoiattoli non solo li mangiavano con gusto, ma venivano a sgranocchiarli davanti alla porta di casa, quasi a mettersi in mostra….!

La cucina di Bucci 13 Aprile 2013 - 8:26

Ma dai!!! Incredibile!! Pensa che invece avevo letto proprio il contrario, gli animali non riescono proprio a mangiare il piccante, solitamente. Alcune ricerche ritengono anzi che la capsaicina serva alle piante di peperoncino per evitare di essere mangiate dagli animali. Sono stati anche fatti degli studi durante i quali cercavano di abituare al gusto piccante i ratti, i cani e gli scimpanzé, ma non c'era proprio verso. Soltanto gli uccelli mangiano tranquillamente i frutti del peperoncino, e così facendo diffondono i semi.
Chissà come mai invece quegli scoiattolini ne andavano ghiotti!!

Andrea 12 Aprile 2013 - 10:00

Bell'articolo, complimenti! Mi sono sempre chiesto come mai nei paesi caldi si mangia molto peperoncino: ho così scoperto che, oltre al potere battericida che favorisce la conservazione dei cibi, il peperoncino stimola anche il centro del raffreddamento dell'ipotalamo, con il conseguente abbassamento della temperatura corporea. Oltre alle notevoli proprietà benefiche, bisogna però segnalare che i maschietti, magari con un po' di anni sulle spalle, dovrebbero consumarlo con moderazione perché 'sembra' non faccia bene alla prostata.

La cucina di Bucci 13 Aprile 2013 - 8:16

Ecco, questo non lo sapevo… attenti maschietti, allora!

gloria cuce' 12 Aprile 2013 - 9:52

Ragazze dovete conoscere questo blog.
Lui fa anche incroci di peperoncini e li coltiva a casa.
Spettacolari.
http://peperoncino-mascalzone.blogspot.it/

La cucina di Bucci 13 Aprile 2013 - 8:15

Grazie Gloria!!

Stefania 12 Aprile 2013 - 9:03

GRAZIE MILLE! aDESSO SO DI CHE PEPERONCINO MORIRò!

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:38

Hahaha giusto!!! Anzi, sai di che peperoncino non morirai, perché è assolutamente assodato che il campanello d'allarme del trigemino suona per un pericolo che non esiste! Anche il peperoncino più piccante del mondo non può fare altro che farci sentire la bocca in fiamme, ma le nostre papille sono sempre al sicuro, nel peggiore dei casi si liberano della capsaicina dopo qualche giorno!

mari ►☼◄ lasagnapazza 12 Aprile 2013 - 7:35

Da incorniciare il tuo post. Hai detto veramente tutto quello che si poteva dire sul peperoncino 🙂

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:26

Ora non resta che assaggiarli tutti!!!! 🙂

Annarita Rossi 12 Aprile 2013 - 6:33

Fino al bhut Jolokia ci sono arrivata…mi manca lo spray al peperoncino della polizia! bell'articolo.

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:25

Hahaha Caspita!!! Davvero?? E com'è stato? Beh, sei ancora qui per raccontarcelo!! Io invece sono arrivata solo all'habanero, lo spray al peperoncino ce l'ho, ma non l'ho mai assaggiato!!!!! :))))

Elisa 12 Aprile 2013 - 6:31

Bellissimo articolo Elena! Stupendo!
Grazie di cuore! 🙂

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:22

Grazie Elisa!!!! <3

Francy BurroeZucchero 12 Aprile 2013 - 6:29

Bucciiii! sei stata grande, un articolo perfetto, completo, esauriente! io adoro i peperoncini e mi sto facendo una vera cultura! grazieeeee!

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:22

Grazie Francy!! Allora anche tu, come me, farai parte di quella fetta di popolazione che gode nel soffrire un pochino quando la capsaicina fa il suo effetto :))

grEAT 12 Aprile 2013 - 6:25

krudelia!!!! 🙂

segnalo un sito che solo di piccante tratta:

http://www.mondopiccante.net/

La cucina di Bucci 12 Aprile 2013 - 9:16

Grazie!! Come dicevo nel post, esiste davvero un mondo di veri cultori del peperoncino, e le risorse online sono infinite, per fortuna in questo caso anche l'Italia offre davvero molto!

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