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La prima volta che ho sentito parlare di Benevento era alle elementari, ai tempi in cui ancora si studiava la storia e i Romani non venivano ancora visti con gli occhi di un piccolo Gallo dai baffi rossi, ma come dei veri e propri eroi, prototipo dei self made people, visto che nel giro di pochi secoli erano diventati il popolo più potente del mondo, da tribu di zoticoni quali erano. E lo avevano fatto grazie ad una straordinaria serie di fortunate battaglie, alcune delle quali erano destinate a rimanere scolpite nella mente di noi bambini: c’era Pirro, coi suoi elefanti, c’era Lutazio Catulo, con l’invenzione dei rostri, c’era Annibale, tanto odiato sui banchi delle elementari quanto amato poi- e c’era anche una sconosciuta città, che aveva portato così tanta fortuna ai Romani da aver mutato addirittura il suo nome, dal Maleventum a Beneventum. “lo stesso che porta oggi” ci diceva orgogliosa la maestra, che in quelle zone era nata e non perdeva occasione per farsi prendere ogni volta da una botta di nostalgia. Noi bambini le andavamo dietro, commossi per la nostra maestra che non vedeva mai la sua mamma e i suoi fratelli e la sua casa, tutti concentrati in questo posto lontano, vicino a quest’altro, dal suono così beneaugurale. Ci son voluti anni, per dargli una collocazione: e ce ne vorranno ancora, mi sa, prima che rieca a farmi un giro come si deve in questa “geografia del cuore”, a cui oggi Veronica dà un altro contributo, parlandoci del cibo di strada di Benevento: diverso da quello di Napoli, ma non per questo meno saporito e gustoso, come conferma la sua ricetta delle pizzelle, che riportiamo qui sotto. Il resto, è tutto qui, in un altro dei suoi bellissimi post
LE PIZZELLE DI BENEVENTO
per l’impasto delle pizzelle o calzoni
- 1 kg di farina per pizza
- 20 gr di lievito di birra
- 1 e mezzo cucchiaio di olio extravergine
- 25 /26 gr di sale
- acqua q.b. Circa 500 /600 gr
impastare acqua con lievito e 100 gr di farina ,dopo 30 min aggiungere olio e la restante farina ed infine il sale . Per i calzoni a differenza delle pizze in teglia ,l’impasto non deve essere troppo mollo ,bensi’ deve risultare soffice al tatto ma che non si appiccica alle mani deve essere potuto lavorare con il mattarello … mettere a riposare l’impasto un 30 minuti dopo dividerlo in palline di circa 100 gr e metterle a lievitare coperte da pellicola ( questo per chi sta a casaa è il metodo migliore ) dopo circa 1 ora e mezza le palline di pasta saranno cresciute e potete procedere con la cottura . stendere in modo circolare le palline mettere al centro mozzarella un po’ di pomodoro e chiudere dopo aver passato il bordo con un pennello umido . Non è proprio semplice farli mi rendo conto ma sono uno spettacolo! cuocere in un padella a bordi alti con olio di semi di girasole saranno pronti una volta dorati. la stessa cosa per le pizzelle ma qui dovrete allargarle con le mani e girarle spesso nell’olio…. condirle con il pomodoro cotto per gli arancini ( ne abbiamo una Panza piena ) sono cotti tipo’ un risotto al pomodoro e una volta raffreddato riempito con il fiordilatte e passato nella pastella.
6 comments
porto gratitudine 🙂
segno tutto e appena tiriamo il fiato sistemiamo tutto
e ancora grazie!!!
sarò dura di comprendonio ma evidentemente non ho capito come si faccia a contribuire a questa rubrica. la ricetta che ho postato oggi (sotto metto il link) l'ho fatta per questa rubrica ma non mi è chiaro cosa devo fare!!!! sigh!!! 🙁
http://mangiaregreco.blogspot.it/2012/12/katimeria.html
portate pazienza
Visto che ho fritto di tutto, ultimamente, anche grazie a Roberta che mi ha fatto tirar fuori la padella per friggere… mi faccio pure le tue pizzelle e chissene del colesterolo.
Brava Dida,
Nora
Dida, tu sei sempre una fonte di sapere e le tue ricette sono garanzia di sicura riuscita.
Grazie!!!!
grazieeeeee alessandra ^.^
L'unica materia con cui non andavo molto d'accordo era proprio la storia. Studiavo perché dovevo, e studiavo bene a salti: dalla preistoria alle antiche civiltà fino ai greci e ai romani, il medioevo, e dal 1900 in poi li studiavo benissimo, perché mi piacevano da matti. Ma il resto…uff che noia!!!
I voti erano alti…ma sui libri, al di fuori di questi periodi storici mi addormentavo letteralmente.
Comunque, Benevento me la ricordo anche io sui banchi di storia, alle elementari per la fortuna che portò ai romani, alle medie e al liceo per il famoso noce e per le streghe…
« Unguento unguento
portami al noce di Benevento
sopra l'acqua e sopra il vento
e sopra ogni altro maltempo. »
P.S. Ma secondo te è normale aver voglia di fritto alle 8 di mattina?
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