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Cucine seriali: Twin Peaks

by Giulia

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Twin Peaks – La nascita di un mito (Susy May)

“Chi ha ucciso Laura Palmer?” David Lynch, naturalmente!
Correva l’anno 1990 ed il mondo voleva, doveva sapere chi avesse ucciso Laura Palmer, quasi si trattasse di un reale fatto di cronaca.
La serie TV “I segreti di Twin Peaks” ha sconvolto il pensiero di molti e la vita del palinsesto televisivo per sempre.
La prima serie TV firmata da un regista del cinema ossessivo, onirico, potente e sperimentale come Lynch: in TV non si era mai visto niente di simile e grazie a lui di fatto il taglio cinematografico portò il “cinema” in casa di tutti, ma sopratutto, denunciava bellamente le perversioni intrinseche nelle maglie della società, attraverso una fotografia psichedelica, supportata da scenografie estremamente kitsch popolate da nani, donne ceppo e demoni.
Il “Twin Peaks” di Lynch è un capolavoro, perché esaspera i contrasti tra la vita naturale, normale e quieta e quella soprannaturale, perversa e smaniosa.
L’uso smodato di metafore e parallelismi onirici è parte fondamentale della trama di Twin Peaks e del cinema di Lynch, ci sono scene (come il ritrovamento del cadavere di Laura Palmer) rimaste indelebili nell’immaginario collettivo anche dopo decenni.
Oggi lo riguarderei volentieri e con una chiave di lettura totalmente diversa, meno ingenua ed adolescenziale, per riuscire a comprendere meglio l’evoluzione televisiva, mediatica e culturale che ha influenzato.

Twin Peaks e l’immaginario collettivo (Ilaria Talimani)

I mesi che hanno preceduto quel fatidico 9 gennaio 1991, la data del primo episodio di “I segreti di Twin Peaks”, sono stati oggetto di battage pubblicitario senza precedenti, almeno nella storia della televisione, un incredibile bombardamento di musica e immagini.  Ricordo i cartelloni appesi non lontano dal mio liceo da cui Laura Palmer ammiccava al tuo passaggio, gli speciali sulle riviste del genere, unica fonte di informazioni dell’epoca, e le immagini dei personaggi che si alternavano negli spot televisivi.

E quella domanda ripetuta ovunque “chi ha ucciso Laura Palmer?”

Ancor prima della messa in onda, la creatività e genialità che hanno caratterizzato tutta l’opera già stavano nel mistero creato dalla pubblicità che alimentava la curiosità generale: per mesi non si era parlato d’altro e il bello era che nessuno sapeva veramente di cosa si trattasse. Mesi carichi di suspense e aspettativa, quella che oggi si definisce hype.

Dopo il primo episodio, che ha catalizzato l’attenzione di praticamente tutto il pubblico televisivo italiano, nulla è stato più come prima e nessuno poteva più farne a meno. Innanzitutto la cosa che più ha colpito è stato lo sdoganamento di certe tematiche: horror, soprannaturale, mistero, incesto, ipocrisia, pornografia, vergogna, cose che mai si erano viste sul piccolo schermo. Tutte queste tematiche scandalose attraevano, ci attraevano, come api sul miele. Le famiglie si riunivano davanti alla TV il mercoledì sera, oppure si invitavano gli amici a casa per una visione allargata. Si stava tutti in trepidante attesa, e il giorno dopo in ufficio o a scuola si discuteva in modo quasi ossessivo dell’episodio della sera precedente.

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Per una diciassettenne, come me e le mie amiche, ciò che ci ha folgorato, è stato che Twin Peaks, come ho letto tempo fa, ha sistematicamente e nettamente scardinato il mondo edulcorato e finto delle serie televisive. Le ragazze modello, quelle della porta accanto come, Joanie Cunningham (Happy Days), Kimberly Drummond (Arnold) e la più recente Mallory Keaton (Casa Keaton) potevano invece essere spregiudicate e provocanti come Audrey o nascondevano dietro il sorriso e le belle maniere, torbidi scandali e segreti indicibili. E che potevano anche venire uccise, come era successo a Laura.

Tutto questo creava dipendenza, e in un mondo senza binge watching, e internet, ti teneva incollata alla tv ogni stramaledetto mercoledì sera, senza averne mai abbastanza.

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Con Twin Peaks abbiamo anche scoperto per la prima volta il significato di spoiler. Il settimanale TV Sorrisi e Canzoni pubblicava Il Diario segreto di Laura Palmer (scritto dalla figlia di Lynch) a puntate, spoilerando clamorosamente, a tutte noi, il finale!

Twin Peaks è stato un vero evento epocale. Una delle series più importanti della storia. Ha segnato una linea indelebile di demarcazione fra ciò che erano i “telefilm” fino ad allora e cosa sarebbero state le series a venire. Ha avuto un impatto talmente forte sulle nostre vite che le visioni di David Lynch e la colonna sonora sono ancora vive nel nostro immaginario.

Twin Peaks 25 anni dopo (Giulia Robert)

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Quando è uscita Twin Peaks avevo appena 5 anni, un età forse non proprio adatta per affrontarne la visione.

Un paio di decenni più tardi, affascinata da questa serie così iconica ed importante nella storia della televisione, decido finalmente di approcciarmici ed ingenuamente lo racconto così, en passant, durante una cena fra amici.

Immaginate l’orrore quando la mia affermazione venne accolta da questa semplice, eppure terribile, espressione: “Ah, ma tanto lo sanno tutti che chi ha ucciso Laura Palmer è XYZ!” e sì, al posto di quelle tre lettere venne detto proprio il nome dell’assassino.

Io odio gli spoiler già di mio, ma qui si è rasentata la tragedia: ero riuscita a rimanere 20 anni senza saperlo e poi così, proprio quando decido che era arrivato il momento giusto… BAM, la distruzione!

Voi non ci crederete, ma ci rimasi talmente male che impiegai altri 5 anni a farmi tornare la voglia di vederlo, per altro sapendo già come sarebbe andata a finire.

Ed è qui che ho scoperto l’inimmaginabile: potevo anche avere stampato nel cervello chi fosse l’assassino, ma Twin Peaks è un mondo talmente a sé stante, infarcito di follie, non sense, magia, sogno ed incubo, che alla fine il mistero rimane solo il leit motiv che ti guida in un percorso in cui si fatica  capire appieno, ma rimane per la maggior parte attoniti e allo stesso tempo incantati dal livello di sana pazzia che viene snocciolata di fronte ai tuoi occhi.

Un consiglio spassionato: anche 28 anni dopo, anche se sapete già chi ha ucciso Laura Palmer, anche se in fondo al cuore sapete già che non capirete granché, fatevi un regalo e guardatevi questa perla di televisione, un capolavoro che ha saputo stravolgere le carte in tavola della TV anni ’90 (cioè, immaginate i vostri genitori, magari pure i vostri nonni, sintonizzati su Canale 5 a guardare questa serie, e poi ditemi se non è più allucinante quello della serie stessa) e ammaliare tutti, fino ad oggi.

Perché questa secondo me è la vera, immensa forza di Twin Peaks: nel 2018 è ancora straniante, inquietante ed affascinante come il primo giorno.

In cucina con Twin Peaks

Lunch was $6.31 at the Lamplighter Inn. That’s on Highway Two near Lewis Fork. That was a tuna fish sandwich on whole wheat, a slice of cherry pie and a cup of coffee. Damn good food.Diane, if you ever get up this way, that cherry pie is worth a stop.

Questa è una citazione presa dagli appunti vocali di Dale Cooper nella primissima puntata della serie, e già compare Lei, la Cherry Pie, che nel corso della serie diventa quasi una comprimaria, insieme alle innumerevoli tazze di caffè bevute dal nostro beniamino.

Sarà la cosa più prevedibile del mondo, ma non si può parlare di Twin Peaks su un sito di cucina senza almeno citare la cherry pie, tanto importante e tanto famosa che Garnet Mae Cross, l’impiegata del “Mar-T cafè” che preparò la torta originale, prima di morire chiese proprio che il suo necrologio la ricordasse come l’autrice della famosa pie di Twin Peaks.

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La Cherry Pie ricopre già un ruolo molto iconico negli USA, in quanto dolce “ufficiale” del 4 di luglio, ma è fuori di dubbio che Twin Peaks l’abbia consacrata anche al di fuori del territorio degli Stati Uniti, contribuendo a crearne un mito, per di più avvolto nel mistero, visto che il proprietario del “Mar-T Cafè”, Pat Cokewell, non ha mai  voluto rivelare la ricetta del dolce, dichiarando solo che tra gli ingredienti erano comprese ciliegie dolci, mandorle e frolla fatta con grassi vegetali.

In rete, quindi, impazzano centinaia di ricette che cercano di avvicinarsi il più possibile a quella originale (all’epoca dell’uscita della serie, il locale ne sfornava 50 al giorno, giusto per darvi il metro di paragone del successo di quella torta e della serie), ma chissà se si riuscirà mai a realizzare la cherry pie che ha conquistato non solo il cuore di Dale Cooper, ma quello di tutti gli abitanti di Twin Peaks (sì, anche il cuore duro della Donna Ceppo).

This cherry pie is a miracle.

 

7 comments

Sonia 21 Aprile 2018 - 14:32

Io non lo so chi ha ucciso Laura Palmer….mi devo preoccupare? E ora me lo vado a vedere….

Alessandra 20 Aprile 2018 - 12:13

Grandiose. E adesso voglio RIVEDERLO tutto. Quante cherry PIE mi ci vorranno????

Giulia 20 Aprile 2018 - 12:35

Le cherry pie non sono mai abbastanza 😀

Saparunda 20 Aprile 2018 - 14:41

Concordo. E dire che non sono mai riuscita a farla perché le ciliegie finivano…magicamente…dentro di me ancor prima di pensare ad una torta 🙂

Saparunda 20 Aprile 2018 - 9:21

Vi amo! Amo twin peaks e amo la cherry pie! ❤️
Ah… Ho amato Alla follia anche Dale Cooper, anche se conosciuto, come Giulia, qualche anno dopo 🙂

Giulia 20 Aprile 2018 - 11:17

Dale Cooper adorabile, ora e sempre

Saparunda 20 Aprile 2018 - 14:42

Dale cooper trasformato in Hodge in Desperate HOUSEWIVES E TORNATO FINALMENTE DALE COOPER! <3

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