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MTC n. 64 – Tema del Mese: Pesca Melba

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Pesca melba verticale

di Ottavia Bielli – La Mirepoix

Cosa resterà di questi anni ‘(7)0?” – Piccola licenza poetica per immaginare una tavola apparecchiata in stile retrò che si arricchisce di sontuose portate dal gusto vintage: antipasti in gelatina, vitello tonnato o cocktail di gamberi servito nell’immancabile coppa Martini, scaloppine ai funghi, se non anatra all’arancia, ma solo dopo un bel piatto di pasta panna e salmone o pennette alla vodka. E poi, dopo tanta tracotanza ci sono ancora loro, i dolci old fashioned che tutti conosciamo e che abbiamo mangiato, forse anche più di una volta, in qualche ristorante il cui nostalgico cuoco, con l’ardore dell’impavido spirito di altri tempi, si avventura ancora a proporre nel suo menù: i profiteroles, la charlotte alle mele e la Pesca Melba.

La Pesca Melba è un dessert a base di frutta fresca e gelato alla vaniglia ideato nel 1899 in quel di Londra (Peach Melba in inglese) dallo chef francese Georges Auguste Escoffier (in francese Pêche Melba)  in onore della leggendaria cantante d’opera australiana Nellie Melba, di cui era un grandissimo ammiratore. Il vero nome della famosa soprano era Helen Porter Mitchell, ma l’artista aveva scelto il più facile “Melba” come citazione di Melbourne, la sua città natale. Fra gli anni Novanta dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la cantante si esibì svariate volte a Covent Garden e senza dubbio lo chef francese ebbe l’occasione di servirla nel suo ristorante, dal momento che alloggiava abitualmente all’hotel Carlton, potendo così venire a scoprire della predilezione che la donna aveva per pesche, lamponi e gelato alla vaniglia.

Si racconta che Escoffier, dopo aver particolarmente apprezzato l’interpretazione del “Lohenring” di Wagner, decise di omaggiare la cantate che tanto ammirava con un dolce ideato proprio in suo onore.

“Ripensando al maestoso cigno mitico che apparve nel primo atto del Lohengrin, le feci servire, al momento opportuno, delle pesche disposte su di un letto di gelato alla vaniglia, all’interno di una coppa d’argento incastrata tra le ali di un superbo cigno scolpito in un blocco di ghiaccio e ricoperto da un velo di zucchero filato.

L’effetto prodotto fu sorprendente e la signora Melba si mostrò estremamente colpita dalla mia attenzione. La grande artista, che di recente mi è capitato di rivedere all’Hôtel Ritz di Parigi, mi ha ricordato la serata delle famose “pesche al cigno”

(Auguste Escoffier, Ricordi inediti, Slow Food Editore)

Il dolce omaggio di Escoffier divenne in poco tempo molto conosciuto tanto che la popolarità divenne croce e delizia visto che le imitazioni fin troppo libere rischiarono più volte di offendere la memoria della “creazione” del grande maestro francese. Le Pesche al cigno, ribattezzate solo in un secondo momento Pesca Melba, per rendere davvero omaggio alla ricetta originale dovevano essere preparate soltanto con pesche tenere e mature (anche sciroppate se impossibile trovarle fresche), purea zuccherata di frutti di bosco e gelato alla vaniglia. Voi siete pronti a tirare fuori dalle credenze le coppette da dessert del servizio buono di nonna o di mamma e affondare il cucchiaio nella dolce atmosfera degli anni ’70?

Pesca melba coppetta

PESCA MELBA

INGREDIENTI PER 6 PERSONE:

  • 3 pesche mature (in alternativa 6 mezze pesche sciroppate)
  • 250 gr. di lamponi freschi
  • 150 gr. di zucchero
  • 500 gr. di gelato alla vaniglia
  • mandorle a lamelle q.b.

Scottare le pesche per tre minuti in abbondate acqua bollente, scolarle e farle raffreddare in acqua ghiacciata. Privarle della pelle e del nocciolo tagliandole a metà. Spolverizzarle con un poco di zucchero e tenerle a riposare al fresco. Frullare i lamponi con lo zucchero fino a ottenere una purea omogenea. Passare la purea di lamponi in un settaccio a maglie fine per eliminare i semini che potrebbero risultare fastidiosi al palato. Tostare in padelle le mandorle a lamelle. Sul fondo di ogni coppetta disporre due palline di gelato alla vaniglia, aggiungere una mezza pesca con la parte tagliata rivolta verso il basso, versare un po’ di purea di lamponi e decorare con le mandorle a lamelle tostate.

Fonti:

www.wikipedia.org

www.buonissimo.org

-www.godocoldolce.it

www.taccuinistorici.it

3 comments

Sonia C. 1 Aprile 2017 - 17:55

Però…quante belle ricette avete tirato fuori questo mese!!! La pesca melba è proprio da provare, visto che, finora, non mi è capitato. Grazie per la narrazione della storia, che un po’ mi g a ricordato quella della pavlova 😉

FedeB 31 Marzo 2017 - 9:32

Adoro la pesca melba! È una delle mie coppe gelato preferite! Mai avrei immaginato che l’idea provenisse da escoffier! Racconto meraviglioso! !!!

Ottavia Bielli 31 Marzo 2017 - 16:51

pENSA CHE IO NON L’AVEVO MAI ASSAGGIATA! E’ STATA UN’OTTIMA OCCASIONE PER SCOPRIRNE STORIA E SAPORE 🙂

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