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SCHERZA COI SANTI: San Patrizio e la cucina con la Stout.

by Sonia Conte

Ve la ricordate Isla Fisher? Interprete scozzese del personaggio di Rebecca Bloomwald, la simpatica giornalista di I love shopping, che col suo amore smisurato per la moda, diede fondo a tutti i suoi risparmi, riempiendo l’armadio di ogni sorta di accessori fashion. Idealmente Rebecca è anche la fantomatica curatrice di questa rubrica, e oggi la sua famosa sciarpa verde calza a pennello, dal momento che ci parlerà di Irlanda da una prospettiva molta diversa rispetto ai soliti cliché che vanno dal suo cielo mutevole alle sonorità della musica celtica o ai più recenti influssi new age di Enya, senza dimenticare gli U2 e i The Cranberries.
Per la verità inizialmente Rebecca è apparsa molto più attratta da questi aspetti, per così dire, folkloristici della faccenda, ma una volta capito che le luci interiori non sono solo quelle del frigorifero, ha iniziato a studiare a fondo, rispolverando addirittura il suo latino arrugginito –e non solo. Vediamo un po’ cosa ha scoperto su questa Luce d’Irlanda che è San Patrizio, Patrono di questa grande nazione europea (patronato condiviso con Santa Brigida, ma questa è un’altra storia).
Parlare di Santi è argomento delicato, lo sappiamo, però San Patrizio ha dalla sua parte una caratteristica pressoché unica,il fatto cioè, che prima di esser visto Santo, lui è un po’ mago! E non poteva essere diversamente da così.
Con lui ci trasferiamo in un’epoca lontana, in una terra misteriosa dove i druidi la fanno da padroni, con i loro falcetti d’oro per la raccolta del vischio, e poi i sortilegi e i trucchi del mestiere, possiamo pensare di evangelizzare l’Irlanda intera senza poter combattere ad armi pari con loro?
Ci aveva provato Palladio prima di lui, e sappiamo come è andata a finire. Però Patrizio di certo non lo portava scritto sulla fronte, questo suo ministero. Perciò due parole fatecele spendere a riguardo.
Le fonti più attendibili ci dicono che è nato nel Galles nel 389 d.C. da mamma Concessa e papà Calpurnio, un diacono romano-britanno, un cittadino di un certo rango. Esser di buona famiglia, però, non gli è valso una vita facile.
A sedici anni fu rapito da predoni irlandesi e condotto in Irlanda, probabilmente nell’odierna contea di Mayo, dove per sei lunghi anni fu uno schiavo del signorotto del luogo: doveva servirlo e portargli a spasso il gregge.
Non fu certo una bella gioventù, ma credo che questo ragazzo abbia saputo trarre da questa sventura solo il buono,e fatto di necessità virtù, studiando quella società ancora primitiva, divisa in tribù e influenzata da questi sacerdoti molto potenti che erano i druidi, i quali potevano anche emettere giudizi, ma avevano pur sempre le loro stranezze.
Lo stesso Giulio Cesare non riuscì mai a comprendere come mai i druidi non utilizzassero la scrittura come metodo didattico, insomma una società avvolta nel mistero e piena di rituali.
Dopo sei anni Patrizio riuscì a scappare e tornare nella sua terra natia, ma successe di nuovo: una seconda prigionia di poche settimana. Dopodiché, evidentemente, il ragazzo intuì quale fosse il suo destino.
La sua fede era maturata ed il suo carattere, che definirei a prima vista determinato, lo portò a diventare Vescovo, ordinato da San Germano nel 432 e inviato dallo stesso in Irlanda, per un’impresa ambiziosa:evangelizzare e rendere quel popolo così frammentato, una sola nazione nella Fede.
Dalla foce del Boyne, Patrizio attraversa l’Irlanda ripercorrendo le tappe della sua schiavitù, utilizzando tutto ciò che aveva appreso durante la prigionia.
Nella sua opera evangelizzatrice riecheggiano le esperienze di tanti uomini descritti nel Vecchio Testamento da Mosè a Giona, fino ad Acaz, commuovendo persino l’autore di questi racconti, Muirchù, autore anche di gran parte del Book of Armagh, un codice miscellaneo databile attorno all’XI secolo e al quale ci si è rivolti per attingere i fatti.
Patrizio è, invece, autore delle Confessiones, in cui si presenta come peccator rusticissimus, tradotto come rustico, appunto.
Da qui San Patrizio diventa l’apostolo rustico e la sua vicenda umana si incrosta di leggenda per un discorso che va da sé: esaltare tutte le sue doti umane serviva all’autore (Muirchù) come pretesto per esaltare la città di Armagh rispetto al resto delle contee irlandesi. Noi ci tiriamo abbondantemente fuori da questo contesto, con la consapevolezza di essere davanti ad un uomo prescelto e davvero umile, oltre che coraggioso. Spostò montagne (episodio della curva del tumulo), risuscitò morti, e altro ancora, riuscendo sempre a salvare la pelle; miracolo o magia, evitò il martirio ma raggiunse lo scopo, portare il suo messaggio di salvezza a re e regine, che alla fine preferirono convertirsi ad un Dio che opera meraviglie davanti ai loro occhi, per mano di un Vescovo del Galles, che era stato loro schiavo in gioventù!
Una evangelizzazione iniziata dai vertici della società, fino a diffondersi per mezzo delle scuole fondate instancabilmente da Patrizio e i suoi discepoli. Se i Romani hanno usato le strade, lui ha usato la scrittura e ha portato una lingua nuova ad un popolo a cui non era concesso apprendere.
Un episodio, tra tutti quelli che si potrebbero narrare, è avvenuto durante un banchetto regale, situazione in cui, peraltro, spesso Patrizio riusciva ad accedere a porte chiuse, ed è questo: un druido, sconfitto per l’ennesima volta da Patrizio, pensò di liberarsi di lui definitivamente,avvelenando la coppa da cui il Santo stava bevendo. All’improvviso, però, il contenuto della coppa fu trasformato in ghiaccio e la coppa capovolta: ne fuoriuscì solo la goccia di veleno, e nella serenità di chi la sa lunga, Patrizio tornò a bere rimanendo illeso.
La domanda è: in quella coppa c’era della birra, per caso? Ecco che la fantasia viaggia lontano e torna a proporvi delle fantastiche ricette con la Stout.
Enjoy.

Platter di salumi e formaggi con gelatina alla Guinness
di Claudia Primavera
da The Spruce Eats

Pecorino sardo stagionato

Pecorino stagionato in foglie di castagno

Gorgonzola piccante

Camembert di capra, di mucca e di bufala

speck 

salame toscano

crackers 

grissini ai semi

tarallini ai semi di finocchio

Per la gelatina di Guinness

3 bottiglie da 33 cl di Guinness

60 ml di aceto di mele

300 g zucchero

1 busta di pectina

Versate la birra in una capiente casseruola – schiumerà considerevolmente in cottura. Aggiungete l’aceto e mettete la casseruola su fuoco vivo.
In una piccola ciotola, unisci parte dello zucchero e la pectina e mescolate accuratamente.

Aggiungete la miscela di zucchero e pectina alla birra e mescolate bene.
Portate il tutto ad ebollizione quindi aggiungete lo zucchero rimanente e portate nuovamente ad ebollizione.

Quando la miscela raggiunge la completa ebollizione cuocete per un minuto.

Quindi togliete dal fuoco e rimuovete tutta la schiuma dalla superficie.

Versate la gelatina in barattoli sterilizzati, chiudete quando la gelatina è ancora calda, quindi bollite in una pentola piena d’acqua per circa 20 minuti e lasciate raffreddare nell’acqua.

Mettete il vasetto di gelatina di birra al centro di un tagliere o di un piatto da portata e contornatelo con formaggi e salumi.

I pairing migliori per la stout sono:
formaggi erborinati (nel platter gorgonzola piccante)
pecorini stagionati meglio se conservati in fieno o erbe varie (nello specifico un pecorino stagionato in foglie di castagno)
salami al pepe o alle erbe
pancetta affumicata
roast beef
Aggiungete crackers, grissini, tarallini e servite subito.

 

Guinness Bloody Marry Cocktail
di Greta De Meo
da Guinness

1.5 oz vodka

3 oz succo di pomodoro

2 oz di Guinness Draught

2 pizzichi di sale al sedano

1 pizzico di peperoncino frantumato

2 dash di Tabasco

2 dash di Worcestershire sauce

1/4 di limone spremuto

Aggiungere tutti gli ingredienti tranne la Guinness in uno shaker colmo di ghiaccio e shakerare a lungo, filtrare attraverso un colino a maglie fini in un bicchiere colmo di ghiaccio pulito quindi colmare con la Guinness ( o altra scout a scelta ) decorare con un rametto di sedano e un bastoncino di carota

In primavera il succo di pomodoro può essere miscelato con 1 parte di fragole fresche frullate per un twist più fresco del drink.

 

Pane alla Guinness
di Sonia Conte
da The Spruce Eat

Questo pane è un’ottima alternativa per chi non vuol far uso di lieviti.

685 g di farina integrale

165 g di farina bianca

250 g di melassa (o miele)

50 g di fiocchi d’avena

15 g di bicarbonato di sodio

15 g di zucchero di canna

60 g di burro

500 ml di latte intero

250 ml di Guinness

Predisponete tutti gli ingredienti. Impostate la temperatura del forno a 175°C e preriscaldatelo, imburrate uno stampo per loaf (va bene quello per plumcake). 

Unite tutti gli ingredienti secchi in una ciotola grande. Aggiungete il burro negli ingredienti secchi, lavorando l’impasto velocemente fino ad ottenere una consistenza a briciole. Aggiungete il latte, la melassa (oppure del miele) e la Guinness. Lavorate l’impasto fino ad ottenere un panetto umidiccio. 

Trasferitelo nello stampo imburrato, se avanzano dei fiocchi di avena, cospargete la superficie e cuocete per circa 45 minuti fino a che sarà gonfio e cotto del tutto al suo interno. Se preferite, servitelo anche caldo, oppure aspettate che raffreddi del tutto. Perfetto per accompagnare il salmone affumicato, i salumi oppure i formaggi.

 

Anelli di cipolla pastellati alla Guinness
Manuela Valentini
da
Climbing Grier Mountain

Per gli anelli di cipolla
2 grosse cipolle gialle o dolci tagliate a fette da 1,5 cm circa
750 ml di latticello
125 ml di Guinness
3 uova
300 g di farina multiuso
2 cucchiaini paprika
2 cucchiaini sale kosher
250 g di panko
30 g di farina di mais
Prezzemolo, contorno

Per salsa
3 cucchiai di burro non salato
3 cucchiai di farina 0
180 ml di brodo di pollo
65 ml di Guinness

In una ciotola mettete le cipolle affettate e coprite con 500 ml di latticello e birra. Coprite la ciotola con pellicola e mettetela in frigorifero per almeno 5 ore o per ottenere risultati migliori tutta la notte.

Preriscaldate il forno a 230 °C. Rimuovete le cipolle dal frigorifero e mettete da parte.

In una grande ciotola mettete e mescolate la farina con la paprika e il sale. In un’altra ciotola mescolate il rimanente latticello e le uova. Prendete metà del composto di farina e aggiungetelo al latticello amalgamandolo con una buona frusta. In un’altra grande ciotola unite il panko, la farina di mais e il sale.

Preparate la salsa, in un tegame a fuoco medio fondete il burro e aggiungete la farina mescolando bene con una frusta creando un roux. Lasciate cuocere la farina per un minuto, poi aggiungete il brodo di pollo. Continuate a mescolare per circa 5 minuti fino a quando non si addensa. Togliete dal fuoco e preparate le cipolle.

Spruzzate due teglie con uno spray da cucina antiaderente o foderatele con della carta forno.

Prendete una fetta di cipolla, immergetela nella farina, poi nel latticello e infine nel panko, quindi mettetela sulla teglia. Ripetete con le restanti fette di cipolla.
Cuocete le cipolle per circa 15 – 20 minuti, girandole a metà cottura. Cuocete fino a quando saranno croccanti. Servitele con la salsa.

 

Crostoni al rarebit irlandese
di Vittoria Traversa
da
www.bbc.com

Per 6 persone come antipasto

150 ml di latte intero

1 e ½ cucchiai di farina 00

400 g di formaggio Cheddar irlandese o Gruyere grattugiato

100 g di pane grattugiato

1 cucchiaino di senape inglese in polvere

120 ml di birra stout tipo Guinness

2 tuorli

4 cipollotti tritati finemente

6 fette di sodabread  tostato o pane casereccio

Scaldate il latte in una casseruola, versate la farina e mescolate bene incorporandola perfettamente senza grumi. Continuate a mescolare e portate a ebollizione. Riducete il fuoco a leggero bollore. Il latte dovrebbe addensare leggermente.

Aggiungete il formaggio e mescolate a fuoco basso fino a quando non sarà sciolto. Aggiungete il pangrattato, la senape e la birra. Continuate a mescolare fino a quando tutto sarà ben miscelato e si staccherà dalle pareti della casseruola.

Togliete dal fuoco e versate in una ciotola, lasciate raffreddare leggermente. Una volta raffreddato aggiungete i tuorli e battete vigorosamente con un cucchiaio di legno fino a quando i tuorli saranno ben amalgamati. Aggiungete le cipolline tritate.

Spalmate il rarebit su pane tostato e mettetelo sotto il grill caldo fino a quando farà delle bolle e assumerà un colore dorato scuro. 

 

Carrè d’agnello alla Guinness e puré di patate al rosmarino
di Giuliana Fabris

Per 2 o 3  persone

1 carré d’agnello di circa 600  g

200 g di mollica di pane fresco

1 cucchiaio di prezzemolo tritato

1 cucchiaio di menta fresca tritata

1 cucchiaio di timo tritato

1 cucchiaio di rosmarino tritato

3 cucchiai di senape

sale, pepe nero

olio e. v. d’oliva

Per la marinatura
1 lattina di birra Guinness

1 rametto di rosmarino

2 rametti di timo

1 testa d’aglio divisa a metà

1 scalogno

Per la salsa
1 scalogno tritato

1 spicchio d’aglio

1 rametto di timo

250 ml di birra Guinness

250 ml di brodo di carne

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro

60 g di burro freddo

olio e.v. d’oliva

sale, pepe nero

per il puré al rosmarino:

600  g di patate a pasta bianca

60 g di burro

poco latte caldo

un pizzico di noce moscata

1 cucchiaio di parmigiano grattugiato

1 cucchiaio scarso  di rosmarino tritato

Preparate la marinata. In una capiente ciotola mettete la birra, la testa d’aglio tagliata a metà, il rametto di rosmarino e il timo, lo scalogno a pezzettoni e  immergete la carne in modo che sia completamente coperta dal liquido, in caso contrario rigiratela un paio di volte. Coprite e tenete in frigorifero per almeno 8 ore.

Nel frattempo, nel tritatutto tritate  la mollica di pane fino ad avere un briciolame  sottile ma non troppo e fatela tostare in un pentolino antiaderente fino a quando sarà dorata. Trasferitela in una ciotola e lasciatela raffreddare.

Unite le erbe aromatiche tritate, un pizzico di pepe nero  e due cucchiai di olio, mescolate bene e tenete da parte coperto.

Prelevate la carne dalla marinatura, asciugatela tamponandola con della carta da cucina,  con pazienza foderate strettamente  le ossa sporgenti  del carré con della carta stagnola,  scaldate un poco d’olio in una padella e  rosolatela da tutti i lati,  a fuoco vivo.

Trasferite il carré  su una placca,  lasciatelo intiepidire  e  spalmatelo con la senape in modo omogeneo. Dovrà essere ricoperto in ogni lato.  Cospargetelo con il pane tostato aromatico in modo che ne sia ben ricoperto premendo con le mani per farlo aderire bene.

Cuocete in forno già caldo a 220° ventilato, per i primi 5 o 6 minuti, poi abbassate la temperatura a 180° e proseguite la cottura per altri 7 o 8 minuti.

Nel frattempo preparate la salsa e cuocete le patate per il puré. 

Nella padella  dove è stato rosolato il carré aggiungete un poco di olio e.v. d’oliva, lo spicchio d’aglio e lo scalogno tritato. Fate  stufare a fuoco dolce per recuperare i succhi della carne  rimasti nella padella e aggiungete il concentrato di pomodoro, lasciate che il fondo brunisca un poco poi bagnate con la birra e il brodo. Continuate  la cottura a fuoco lento  fino  a ridurre il liquido a un terzo. Unite il rosmarino e il timo, il sale e il pepe. Lasciate ancora qualche  minuto sul fuoco e  spegnete.  Fate  intiepidire leggermente poi filtrate il liquido, unite il burro freddo ed emulsionate la salsa.  Tenete in caldo.

Scaldate il latte e una volta pronte le patate passatele allo schiacciapatate direttamente in una casseruola, mettetela su fuoco dolce, unite il burro a pezzetti, un poco di latte caldo e con una frusta iniziate a mantecare il puré aggiungendo poco latte caldo alla volta fino ad avere un composto molto gonfio e soffice, regolate di sale, unite il pizzico di noce moscata, il rosmarino tritato.  Spegnete e tenete in caldo.

Togliete il carré dal forno, lasciatelo riposare un paio di minuti poi affettatelo.

Servitelo accompagnato dalla salsa alla Guinness e dal puré al rosmarino.

 

Costine brasate alla Guinness
di Tamara Giorgetti
da
Guinness

Per 2 persone

2 carote  medie

2 cipolle medie 

4 gambi di sedano 

4 rametti di timo fresco 

680 g di costine 

4 cucchiai di olio extravergine oliva 

450 ml di passata di pomodoro ( se è troppo densa allungarla ) 

2 lattine di Guinness 

2 l di brodo di carne 

sale e pepe qb 

Mettere il sale e il pepe nelle costine e distribuirlo bene, mettetele in una padella con l’olio e fatele rosolare da tutti i lati. Togliete le costine dalla padella e mettetele in una teglia, la stessa che andrà in forno, e lasciatele da una parte. Nella stessa padella rosolate il soffritto preparato con le verdure per alcuni minuti, unitelo alle costine nella teglia e lasciatela ancora da parte. Intanto preriscaldate il forno a 180°C.
Sempre sul fuoco deglassate la padella con la Guinness e aggiungete il brodo, il passato di pomodoro e il rametto di timo. Portate a leggero bollore quindi versate sulle costine, coprite la teglia con un foglio di alluminio e cuocete per circa 2 ore e mezza in forno a 180°C.

Trasferire le costine su un piatto, dividete il liquido di cottura in due, una parte fatela ritirare al punto da diventare una salsa, e l’altra la utilizzerete per riscaldare le costine al momento di servirle.  Ricetta ottima da rifare sicuramente.

 

Boozy Guinness ice cream floats – Gelato affogato alla Guinness
di Susy May
da
Williams – Sonoma

Per 4 bicchieri

500 ml di gelato al caffè

60 ml di sciroppo di cioccolato

500 ml di Birra Guinness Irish Stout

Ghiacciate il bicchieri per 30 minuti circa nel freezer.

Una ghiacciati i bicchieri, riempiteli con il gelato al caffè, aggiungete lo sciroppo al cioccolato e completate con la birra.

Servite subito.

 

Puddings al cioccolato e  birra scura
di Anna Calabrese

Per 4 persone

150 g di burro più quello necessario per imburrare gli stampini

200 g di cioccolato fondente al 70% di cacao tritato finemente

90 g di zucchero di canna

3 uova grandi

90 ml di birra scura

sale

panna montata

Imburrate 4 stampini da 9×5 cm, mettete da parte.
Lasciate sciogliere a bagnomaria il cioccolato col burro e un generoso pizzico di sale. Mescolate bene e togliete dal fuoco, lasciate intiepidire.

Con un frullino elettrico montate le uova con lo zucchero fino a quando non avranno raddoppiato il volume e assumeranno una consistenza piuttosto spessa tanto da lasciare una scia quando le fruste sono sollevate.

Con l’aiuto di una spatola unite delicatamente il cioccolato e la birra.
Distribuite il composto negli stampini e trasferiteli in frigo per almeno 1 ora quindi cuoceteli in forno già a temperatura a 200° per 18 minuti.

Serviteli con la panna montata se gradite.

 

6 comments

Dani 16 Marzo 2019 - 8:14

Che meraviglia!!! Bravissime, bell’articolo e una carrellata di ricette strepitose, mi intrigano molto 🙂

Sonia 17 Marzo 2019 - 9:24

Grazie!!!

Mapi 15 Marzo 2019 - 10:19

Un articolo meraviglioso che ho gustato passo passo, dalla parte storica alle ricette.
grazie!!!!

SONIA 15 Marzo 2019 - 11:05

Sono io che ringrazio te per l’apprezzamento!

laura d 15 Marzo 2019 - 9:21

Ok la dieta ma la guinness + la guinness, queste le faccio

Sonia 15 Marzo 2019 - 17:18

Facci sapere 😉

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