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PASSIAMOLE IN RIVISTA: ESSEN&TRINKEN E JAMIE OLIVER (ED. GERMANIA)

by Alessandra

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In Germania, le riviste di cucina le sanno fare, benissimo.

Il mercato editoriale è molto simile al nostro, con una offerta numerosa e variegata di proposte, come si conviene ad un popolo che, al pari degli Italiani, coltiva da secoli l’abitudine di preparare pasti a casa, tutti i giorni. Accanto a riviste più patinate, quindi, ecco anche magazine meno pretenziosi, il cui fine dichiarato, anche nel prezzo, è quello di farsi strumento di un quotidiano che profuma di pentole sul fuoco e  di dolci appena sfornati, offrendo idee e suggerimenti per tutti.

La differenza, rispetto alle nostre riviste, sta nella qualità del prodotto, manifestamente più alta, anche quando il pubblico è di massa. Grafiche impeccabili (la grande scuola del gruppo di Burda, da cui il nostro Vivere la Casa, è ancora insuperabile, per certi versi), ricette sensate, patti chiari col lettore e contenuti “pesanti”, nel numero di ricette e negli articoli da leggere. Difficile resistere al loro richiamo, insomma. E noi, ahimè, non abbiamo fatto eccezione…

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da Jamie Oliver

Passata la buriana della Brexit, Jamie Oliver si è trovato senza più nessuna giustificazione valida per un impero che vacilla. I suoi Jamie’s Italian stanno miseramente chiudendo ed anche la rivista non se la passa benissimo. E’ un gran peccato, perchè se volete trovare qualcosa di nuovo e di ampio respiro è in queste pagine che potete cercarlo, con successo. In Germania ancora resiste, con la stessa formula per cui è fallita in Italia, a conferma di un pubblico delle edicole che non dialoga con quello più dinamico del web e delle librerie. L’impulso di darle un’occhiata è stato irrefrenabile, e il resto è venuto da sè…

Ci sono piaciuti…

  • tutto, ma tutto ma proprio tutto l’articolo sui Noodle e i loro fratelli asiatici, ricette comprese
  • le zuppe che sembrano frappé
  • i dolci inglesi che hanno sempre un loro perchè
  • la ricetta perfetta dei berliner, che non ha bisogno di perchè

oltre alle ricette provate per noi da Chiara Picoco , Gaia Innocenti,  Anna Calabrese e Alessandra Uriselli

Polpette al finocchio (voto 4/5)

di Chiara Picoco

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Per l’impasto:
1 finocchio (ca. 200 g) pulito (tenere la parte verde per guarnire)
25 ml di olio di oliva + un po’ per la cottura
2 scalogni sbucciati e tagliati a rondelle sottili
1 peperoncino rosso privato dei semi e tritato finemente
½ anice stellato
½ cucchiaino di semi di finocchio
500 g di carne trita di maiale
20 g di pangrattato
20 g di formaggio fresco

Per la salsa di pomodoro:
1 scalogno tritato
2 cucchiai di olio di oliva
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino di semi di finocchio
400 g di pomodori ciliegino

Tagliare il finocchio in fette da circa 1 cm e lavarle bene sotto l’acqua corrente. Scaldare 2 cucchiai d’olio in un tegame e stufare lo scalogno, il finocchio, il peperoncino e una presa di sale a fuoco medio coperto. Rimuovere il coperchio e continuare la cottura per 10 minuti fino a far asciugare tutto il liquido di cottura. Frullare il tutto senza aggiungere acqua e lasciar raffreddare completamente.

Pestare le spezie nel mortaio poi unirle alla carne, alla purea di finocchio, al pangrattato e al formaggio e impastare bene. Aggiustare di sale e pepe.

Formare delle polpette grandi con una pallina da ping pong, se necessario inumidirsi le mani, poi lasciar raffreddare per almeno 30 minuti in frigorifero.

Per la salsa, mettere lo scalogno tritato in una padella con 2 cucchiai d’olio e cuocere per 10/12 minuti, aggiungere l’aglio schiacciato e i semi di finocchio e cuocere ancora per qualche minuto. Unire i pomodorini interi e cuocere a fuoco lento per 8/10 minuti girando di tanto in tanto. Schiacciare i pomodorini con il dorso di un cucchiaio poi aggiungere 200 ml di acqua e continuare la cottura per altri 2/3 minuti. Salare e pepare.

Friggere le polpette in una padella con un po’ d’olio per 8/10 minuti, rigirandole a metà cottura, scolarle poi aggiungerle alla salsa di pomodoro e far insaporire ed addensare per 5/10 minuti.

Servire guarnendo con la barba dei finocchi.

Ramen Giapponese con miso e carne di maiale (voto 5/5)

di Gaia Innocenti

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Ingredienti per 4 persone

900 ml di brodo di pollo
1 cucchiaio di olio di semi di arachidi
2 spicchi d’aglio
un pezzo di zenzero da 3 cm
250 grammi di carne di maiale macinata
60 ml di mirin
2 cucchiai di salsa di soia
3 cucchiai di pasta di miso
1 cucchiaio di pasta chili
200 grammi di pak choi
2 uova
200 grammi di spaghetti per ramen
40 grammi di germogli di bambù
4 cipollotti
semi di sesamo per servire

In una pentola grande portate a bollore dell’acqua.

Scaldate il brodo in una pentola a parte.

Mettete l’olio in una padella, scaldatelo e aggiungete l’aglio e lo zenzero pelati e tritati, facendoli rosolare per 2-3 minuti.

Unite la carne macinata e cuocete per circa 5 minuti. Togliete dal fuoco e lasciate che tiri fuori tutto il grasso, tenete da parte.

Mescolate il mirin, la salsa di soia, la pasta di miso e la pasta di chili e mescolate alla carne.

Tagliate i pak choi a metà e fateli sbollentare per 30 secondi nell’acqua bollente . Prelevateli con una schiumarola e  passateli sotto l’acqua fredda tenendoli da parte. Fate bollire le uova per 6 minuti poi toglietele e mettetele in acqua ghiacciata.

Nel frattempo cuocete gli spaghetti per 4 minuti in acqua bollente, mescolando di tanto in tanto.

In una ciotola da ramen sistemate i pak choi, la carne e versate il brodo di pollo caldo.  Unite i germogli tagliati finemente e mettete in ogni ciotola metà uovo sodo. Terminate il piatto con i cipollotti, puliti e tagliati a rondelle fini, e i semi di sesamo.

 

Torta di mele con segale e streusel alla nocciola (voto 5/5)

di Anna Calabrese

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Ingredienti per 8-10 pezzi

2 mele
1 limone biologico
60 g di uva passa
110 g di farina di segale più 10 g
1 cucchiaino di cannella in polvere
11⁄2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
120 g di burro morbido più quello necessario per imburrare
60 g di zucchero di cocco più quello necessario per cospargere
120 g di salsa di mele
1 estratto di vaniglia
2 uova

per la copertura (streusel)
65 g di nocciole tritate
35 g di farina di segale
1⁄2 cucchiaio di zucchero di fiori di cocco
30 g di burro freddo tagliato a cubetti
crème fraîche o yogurt a servire

Preriscaldare il forno in modalità statica a 180°, ricoprire uno stampo da plumcake della capienza di 1
litro con carta forno.
Preparare lo streusel mescolando le nocciole tritate con la farina, lo zucchero di cocco e un pizzico di sale, unire il burro velocemente amalgamandolo con le punta delle dita a pizzicotti creando delle briciole.
Riporre al freddo.
Sbucciare le mele e tagliarle a pezzetti di 1 – 2 cm, trasferirle in una ciotola, unire il succo di mezzo
limone, mescolare, premere l’altra metà del limone sulle mele, unire l’uvetta.
A parte mescolare farina, bicarbonato e cannella.
In un’altra ciotola impastare con la frusta a mano il burro, lo zucchero di cocco, la salsa di mele e l’estratto di vaniglia. L’impasto risulterà non completamente omogeneo è normale. Unire un terzo del composto di farina continuando a mescolare, quindi 1 uovo, amalgamare bene ed aggiungere ancora un terzo degli ingredienti secchi, poi aggiungere il secondo uovo, far assorbire ed infine incorporare la rimanente farina, mescolare fino ad ottenere un composto liscio.
Infarinare con i 10 g di farina i cubetti di mela e l’uva passa, mescolare.
Unire i cubetti e l’uva passa all’impasto, mescolare bene.
Trasferire il composto nello stampo, livellare.
Coprire con lo streusel.
Cuocere in forno già a temperatura a 180° per 20 minuti, quindi abbassare a 170°e cuocere ancora per 20 minuti, il cake dovrà assumere un bel colore marrone dorato, controllare la cottura con uno stecchino.
Proteggere con carta alluminio, il dolce tende a scurirsi.
Sfornare, attendere qualche minuto prima di sformare il dolce che è molto delicato.
Servire con crème fraîche o yogurt, cosparsa con i granelli di streusel.

Note: un dolce delizioso ed appetitoso, leggero e dolcemente speziato. Stupendo il contrasto tra la morbidezza quasi succosa della base e la croccantezza dello streusel.

 

Tart al cioccolato con base croccante ( vegana, raw e gluten-free) (voto 3/5)

di Alessandra Uriselli

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Per un dolce di  ⌀  24 cm

per la base
300 g di fichi secchi
4 cucchiai da tavola di cacao amaro
il succo e la scorza di un’arancia non trattata
200 g di semi misti (consigliati quelli di zucca, sesamo, girasole, lino e chia)

per il ripieno
200 g di cioccolato fondente  85%
2 cucchiai di sciroppo d’acero
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 pizzico di sale marino
Fiori edibili freschi o essiccati per la decorazione
Olio di cocco per ungere lo stampo

Ungete lo stampo a cerniera con l’olio di cocco.

Nel frattempo fate rinvenire i fichi secchi in una ciotola con acqua bollente per 10 minuti, poi scolateli e fateli sgocciolare. Tagliate i fichi a tocchetti e metteteli in un mixer insieme al succo d’arancia (circa 6 cucchiai da tavola), la scorza grattugiata e il cacao.  Unite il pizzico di sale e il mix di semi.

Tritate il tutto fino ad ottenere un composto che potrà essere modellato.

Stendetelo e livellatelo con l’aiuto di un cucchiaio sul fondo dello stampo oleato per formare la base del vostro dolce. Mettete in frigo.

Mettete il cioccolato spezzettato in una ciotola e unite 200 ml di acqua bollente per farlo fondere. Aggiungete lo sciroppo d’acero, la vaniglia e il pizzico di sale e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo e fluido.

Versate la crema di cioccolato sulla base precedentemente preparata e mettete in frigo per circa un’ora. Al momento di servire decorate con fiori edibili di diversi colori.

Note: il dolce è buono ma suggerisco un cioccolato meno amaro, al 50 o 60%. Nella crema del ripieno, io ho optato per del latte di mandorle (senza zucchero) caldo al posto dell’acqua, che, secondo me,  regala un tocco più aromatico al dolce.

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Piatto ricco mi ci ficco, verrebbe da dire, sfogliando le pagine di questo numero di Essen&Trinken che, pur non avendo nessuna etichetta speciale, rientra di diritto in quelli “da collezione” per abbondanza di ricette, di spunti, di suggerimenti e di idee. L’unica difficoltà, purtroppo, è la lingua: ma se conoscete il tedesco, comprate questa rivista, senza esitazioni.

Ci sono piaciute

  • le 4 versioni della zuppa di patate (al prezzemolo, allo speck, ai gamberetti, all’uovo in camicia)
  • la teglia di pollo marinato nel miele e nel pepe di Sichuan, con il cavolo nero brasato
  • tutti, ma proprio tutti gli one-pot dish, grandi stufati, grandi brasati, ma anche polente e umidi in genere
  • tutti, ma proprio tutti i Tacos e le Quesadillas
  • il piatto vegetariano, degno dei migliori tristellati
  • lo speciale sui dolci con le banane

oltre alle ricette provate per voi da Giuliana Fabris e Chiara Picoco

Vellutata di sedano rapa e polpette di gamberi (voto 3/5)

di Giuliana Fabris

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Per 4 persone

Per la zuppa:
100 g cipolle
650 g sedano rapa
20 g burro
2 cucchiai olio d’oliva
600 ml latte
500 ml brodo vegetale
150 ml panna liquida
30 g aneto
50 ml olio delicato
80 g rafano fresco, in alternativa 1 cucchiaio scarso di rafano in vasetto

Per le polpette di gamberi:
1 cucchiaio abbondante di mandorle
350 g code di gamberi sgusciati
4 rametti di aneto
1 albume d’uovo
Qualche goccia di limone
Sale
Olio per friggere

Per completare:
aneto fresco
paprika piccante
cubetti di sedano rapa

Procedimento

Sgusciate i gamberi, eliminate il budellino, lavateli e asciugateli. Metteteli in frigorifero fino al momento di usarli.

In un pentolino fate tostare le mandorle poi, una volta fredde, tritatele finemente nel tritatutto.

Nello stesso tritatutto, o nel Bimby, mettete i gamberi, la farina di mandorle, l’albume e l’aneto e tritate a bassa velocità usando la funzione a impulsi, in modo che il trito rimanga grossolano e la polpa dei gamberi non diventi poltiglia. Trasferite tutto in una ciotola, unite il succo di limone e un pizzico di sale. Mescolate e rimettete tutto in frigorifero per almeno 15 minuti. Dopodiché scaldate il forno a 150° statico e scaldate abbondante olio per friggere in una padella. Con le mani inumidite formate una dozzina di polpette non troppo grosse. Friggetele un paio di minuti per lato in modo che siano dorate e trasferitele man mano su carta assorbente. Poi mettetele in una teglia appena unta e infornate tutto per circa 10 minuti. Tenetele in caldo.

Tagliate finemente le cipolle. Pulite il sedano rapa, sbucciatelo e tagliatelo a tocchetti possibilmente regolari. Di questi mettetene da parte circa 100 grammi, ben coperti perché non scuriscano troppo.

Scaldate olio e burro in una larga padella, aggiungete le cipolle e lasciatele stufare per qualche minuto, poi unite il sedano rapa a tocchetti e mescolate, continuate la cottura a fuoco lento per altri 4 o 5 minuti, mescolando spesso perché assorbano il condimento. Aggiungete il latte e il brodo e continuate la cottura a fuoco lento, per altri 30 minuti, o finché il sedano è molto morbido.

A questo punto frullate tutto a crema con un frullatore a immersione. Dovrà risultare una crema perfettamente liscia e abbastanza fluida. Passatela al colino fine poi rimettete il composto in un tegame, unite la panna liquida e riprendete la cottura per altri 5 o 6 minuti, regolando di sale e mescolando spesso. Alla fine, aggiungete il rafano grattugiato finemente (oppure quello in vasetto) mescolate e tenete in caldo.

Tagliate grossolanamente l’aneto con la forbice, sbollentatelo in acqua bollente salata per un paio di minuti, poi scolatelo e passatelo velocemente in acqua fredda in modo che mantenga il suo verde brillante.

Mettetelo in un contenitore dove possa essere inserito il frullatore ad immersione, aggiungete 30 ml d’olio delicato e frullate a lungo fino ad avere una poltiglia verde. Filtratela attraverso un colino a maglia fine e tenete da parte a decantare.

In un piccolo pentolino scaldate il resto dell’olio e friggete i cubetti di sedano rapa tenuti da parte, fatelo in più volte in modo che siano completamente ricoperti d’olio, senza raffreddarlo.

Scolateli su della carta assorbente, salateli e spolverateli leggermente con la paprika.

Distribuite la zuppa nei piatti di servizio, unite in ognuno una polpetta di gamberi, aggiungete i dadini fritti di sedano rapa, qualche goccia di olio all’aneto, colorate con un pizzico di paprika e con qualche piccolo ciuffo di aneto fresco.

Purè di patate dolci con scorzonera (voto 3/5)

di Chiara Picoco

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Ingredienti per 4 persone

600 g di patate dolci
200 g di cipolle
40 g di zenzero fresco
50 g di burro
sale e pepe
80/100 ml di acqua minerale
1 limone
250 g di scorzonera (radici da ca. 60 g l’una)
4 cucchiai di olio extravergine
20 g di nocciole
2 rametti di salvia
1/2 lime
radicchio lungo (ca 200 g)
1 cespo di insalata belga (ca. 200 g)
Sbucciare le patate dolci e le cipolle e tagliarle a cubetti, sbucciare anche lo zenzero e grattugiarlo. Mettere 20 g di burro in un tegame e far rosolare la cipolla a fuoco medio per due minuti, aggiungere le patate e continuare la cottura ancora per un paio di minuti, salare e pepare. Aggiungere l’acqua e far sobbollire un quarto d’ora con il coperchio.Un paio di minuti prima di spegnere aggiungere lo zenzero, poi frullare.
Spremere il limone e versare il succo in una pentola con 2 litri d’acqua, sbucciare la scorzonera e metterla immediatamente nell’acqua per evitare che annerisca. Scolare e asciugare bene per poi farla soffriggere un paio di minuti in  padella in un giro d’olio. Salare.
Trasferire la scorzonera su una teglia ricoperta di carta da forno ed infornare a 210° per 10/12 minuti.
Nel frattempo tritare grossolanamente le nocciole e farle tostare in padella un paio di minuti, aggiungere il restante burro e le foglie di salvia e farle soffriggere fino a quando non diventeranno croccanti. Spremere il lime.
Mettere due cucchiai di olio in una padella capiente e arrostire per un paio di minuti il radicchio e l’indivia precedentemente mondati e tagliati in 4 o 6 spicchi per il lungo, salare e condire con il succo di lime.
Impiattare mettendo sulla base il purè di patate dolci e completare il piatto disponendo le altre verdure, le nocciole e le foglie di salvia. Finire con una spolverata di pepe.
Note: le nocciole si sono quasi bruciate nell’attesa che la salvia diventasse croccante quindi io le toglierei una volta tostate per poi farle insaporire solo all’ultimo.

 

 

5 comments

edvige 19 Febbraio 2018 - 14:46

Conosco molto bene questa rivista Essen & Trinken ed essendo di madrelingua tedesco non ho problemi di lettura.Sono iscritta anche online ma una volta all’anno acquisto il numero di maggio e giugno quando sono in Austria in campeggio.. C’è un altra rivista di edizione austriaca “GUSTO” diciamo simile a questa ma allo stesso tempo diversa presenta moltissime ricette rivedute le clASSICHE AUSTRIACHE. uNA VOLTA VENIVa data in omaggio da BILLA con con una spesa senza limite e poi e’ passata a rivista e quindi acquistabile solo presso le rivendite Tabacchi che in Austria hanno anche i giornali riviste ecc. Ottime queste ricette estrapolate e.. Jamie Oliver suggerisce in certi centri commerciali (tipo PAM Coop..) gli alimenti da acquistare per stare in salute ed usare verdure…. ecc. Ci sono anche confezioni pronte da fare a casa di Jamie Oliver. Bell’articolo. Buona giornata e settimana.

Lisa Fregosi 19 Febbraio 2018 - 13:01

che proposte favolose!!!

Mapi 19 Febbraio 2018 - 12:00

Mi affascinano quasi tutte le ricette e sono particolarmente incuriosita dalla torta di mele con farina di segale. 🙂
Oltre ad essere dispiaciuta per le sorti dell’editoria culinaria di casa nostra, che invece di elevare il suo pubblico punta ad appiattirlo verso il basso, esprimo dispiacere per il fatto che non so il tedesco: se proprio devo, mi arrangio con google translator e con il mio orecchio da traduttrice, ma mi dà molto fastidio avere per le mani una pubblicazione di cui non capisco la lingua. Che sia giunto il momento di impararne una nuova? 🙂
Intanto grazie per tutto il lavoro che fate!

Marica Bochicchio 19 Febbraio 2018 - 10:57

Adoro le riviste le comprerei tutte a volte non riesco a leggerle subito ma sono sempre a portata di mano. in austria dove vado spesso in montagna vendono le riviste di cucina anche tedesche dentro i bistrot e caffetterie cosa che da noi non succede, le edicole chiudono orari orrendi e il guadagno non ne vale piu l’apertura quindi occorre vendere le riviste in modo diverso. ,meno male che ci siete voi che mi aprite il mondo che qui si sta chiudendo bacio marica buon lunedi

Dani 19 Febbraio 2018 - 10:34

Meravigliosa questa rassegna di riviste, pure provate per noi. Quei ramen poi hanno un aspetto veramente invitante!!! 🙂

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