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Il tè con i biscotti: cosa vale la pena di imparare dagli Inglesi!
base per un low tea (tè semplice)
Il tè con i biscotti: cosa vale la pena di imparare dagli Inglesi!
di Acquaviva
La storia dei biscotti raccontataci qualche giorno fa da Alice, parte dagli antichi Romani e si ferma all’iniziativa inglese della produzione industriale presto dilagata in tutta Europa. Mentre in Italia produttori come Lazzaroni o Digerini & Marinai non cominciarono a meccanizzarsi prima di metà ‘800, la prima “fabbrica di biscotti” britannica fu la Mc Vites & Price, che aprì i battenti nel 1770, presto seguita, nell’arco dei successivi 50 anni, da Crawford & Sons, Mc Farlane Lang, Huntley Palmers, Carr & C, Peek Frean e Jacobs. Queste ultime tre società, per contrastare il successo delle concorrenti scozzesi (ovvero delle prime tre), dopo la Seconda Guerra Mondiale si riunirono nella Associated Biscuit Manufactures, che dal 1989 fa parte di Danone e che continua ancora oggi a produrre oltre 400 tipi di biscotti diversi.
Non occorre entrare ulteriormente nei meandri della storia per comprendere che furono dunque i Britannici i primi a fare del biscotto un prodotto industriale di qualità, a valorizzarne la varietà e pure a confezionarli in scatole di latta, che erano perfette per il trasporto e conservazione dei biscotti da parte di viaggiatori locali, ma soprattutto per le spedizioni oltremare. La scatola di latta divenne la norma anche per i bottegai italiani di fine ‘800, i quali acquistavano all’ingrosso i biscotti industriali e, quando un’operaia guadagnava in media 1 lira al giorno, li vendevano sfusi a 3,60 lire al chilo, disponendoli in scatole di latta con “vuoto a rendere”. Le più usate erano quelle da 2,5 chili, giusto per capire quanto fosse costoso l’acquisto, riservato all’alta borghesia.
Ma questa è un’altra storia. Torniamo agli Inglesi a al ruolo fondamentale che ebbero fin dal ‘600 nel trasformare il tè medicale in una bevanda ricercata e di moda, fino a tradurne il consumo, dalla metà dell’800, in un vero e proprio rito sociale: l’afternoon tea. La storia di questa celeberrima abitudine d’Oltremanica, diffusa poi nelle sale da tè di mezzo mondo ma rimasta, a livello domestico, una “specialità” tutta britannica, è ricca di dettagli curiosissimi per i suoi rituali, le sue convenzioni, i suoi miti e soprattutto il suo impatto sulla storia inglese a livello sociale ed economico.
Raccontare tutto richiederebbe un articolo a parte… o meglio un libro intero! In questa sede ci basta sapere che un classico “tè all’ inglese” prevede di servire ad un gruppo ristretto di ospiti, in un ambiente piacevole e rilassato, un paio di tipi di tè diversi, spesso addizionati con latte freddo e zucchero bianco (meglio in zollette) e sempre accompagnati da quattro fondamentali nibble, stuzzichini che devono comparire accanto alla preziosa bevanda in almeno una varietà per tipo. In ordine di “consumo”, si devono poter assaggiare: piccoli sandwich salati di pane morbido, scones appena fatti da spalmare con clotted cream e confettura, biscotti croccanti e burrosi e fette di una torta lievitata o di un pane dolce alla frutta.
A noi qui interessano solo (sic!) i biscotti. In merito gli stessi Inglesi sostengono con orgoglio che, se il tè costituisce la malta con cui si costruì l’Impero Britannico, la non meno fantastica varietà di biscotti inglesi ne rappresenta i mattoni. Il gioco di questo post, allora, non è tanto elencare le varietà di biscotti britannici che tradizionalmente accompagnano il “tè delle cinque”, quanto entrare appieno nella mentalità inglese che vive l’invito per l’afternoon tea come una forma di racconto di sé e del proprio modo di vivere l’amicizia, la casa e l’accoglienza, che spinge a dedicarsi all’arte del ricevere nella sua massima espressione.
Nulla di strano, dunque, che un tea party abbia in Gran Bretagna la stessa importanza che ha per noi Italiani un invito a cena e che, al di là degli stereotipi, lo si possa dunque declinare in modo classico o creativo, etnico o storico, elegante o divertente, stagionale o locale… Insomma: nulla di più normale che un tea party britannico abbia un tema e che, di conseguenza, tutto quanto ne faccia parte venga declinato in armonia con lo spunto di partenza. Stoviglie e tovagliato, abbigliamento personale e decori d’arredo, composizioni floreali e sottofondo musicale: nessun particolare è un dettaglio nella ricerca dell’atmosfera più adatta.
Ovviamente risulta protagonista centrale l’abbinamento tra la varietà di tè prescelta e le golosità che lo accompagnano, abbinamento che deve tenere conto, oltre che dell’atmosfera generale a cui contribuiscono tutti gli altri elementi, delle caratteristiche primarie del tè prescelto, ovvero: acidità, dolcezza, tannicità, corpo, equilibrio e persistenza al palato.
Parlando esclusivamente di armonia tra tè e biscotti, un Classic English Tea Party prevederebbe tè Darjeeling, possibilmente First Flush (“considerato lo champagne dei tè indiani”) abbinato a semplici biscotti al burro oppure a shorbread, mentre se si trattasse di un High Tea, considerato una leggera cena pre-teatro, si sceglierebbero un tè Assam, dall’aroma ricco e maltato, e degli almond biscotti (bis-cotti alle mandorle e vaniglia simili ai nostri cantucci). Per l’apoteosi formale del genere, lo Champagne Tea, si affianca un flûte di champagne ad un tè verde, l’erbaceo Gunpowder, e si trasforma la base shortbread in un sottile bocconcino da decorare con un ciuffetto di panna montata al Grand Marnier ed una fragola fresca.
E questo solo per restare nelle tradizioni più classiche. Ma come cambia un afternoon tea se esce dagli schemi e si vuole legare, per esempio, alla stagione? Bene: un fireside tea autunnale vede un tè Lapsang Souchong, dal profumo affumicato, accostato a dei ginger biscuit addizionati di zenzero candito. A Natale, invece, sicuramente spiced Christmas tea e molti dolcetti, come florentines alle ciliegie candite o stelline allo zenzero e cannella. Un delicato floral garden tea in giardino estivo, invece, probabilmente preferisce un leggero tè Keemun, naturalmente dolce, servito senza latte né zucchero, insieme a shortbread alla lavanda oppure piccole meringhe farcite con panna alle rose.
Ma il tè si sa benissimo adeguare anche all’occasione: un birthday tea party per bambini associa un tè freddo addizionato di succo d’arancia e frutta fresca a biscottini al burro con forme buffe e glasse multicolori; se il compleanno è per una ragazzina adolescente, il tè sarà di frutti rossi profumato da una stecca di vaniglia e i biscotti prenderanno la forma di cuoricini decorati con zucchero rosa.
Un bridal shower tea per un addio al nubilato vedrebbe invece protagonista un tè Nilgiri, sofisticata varietà di Darjeeling Blue Mountains, e dei sablée trasformati in piccole tartellette da farcire con crema inglese e fragoline di bosco; un gentleman’s tea riservato a soli uomini, invece, servirebbe un robusto tè Yunnan al latte e preferirebbe sostituire a vezzosi dolcetti i bocconcini salati, con al massimo dei pancake al burro di cannella.
E fino a qui siamo rimasti in patria. Ma nella mentalità britannica come vengono percepite le “cerimonie del tè” di altri Paesi? Semplice: come capita a tutti, adeguando le tradizioni straniere ai gusti locali! Così, ad esempio, in un freddo pomeriggio invernale, ispirandosi al complesso rito del chanoyu giapponese una signora inglese offrirebbe alle amiche del tè verde Sencha (non il rituale Matcha ma sempre nipponico) in purezza e dei dolcetti di frolla farciti con anko (marmellata di fagioli rossi). Se si trattasse di un’ispirazione russa, servirebbe un Russian caravan tea, miscela di tè settentrionali cinesi dall’aroma lievemente affumicato, con biscottini farciti di noci o ai semi di papavero. Se cercasse invece un’allure francese per il suo incontro, proporrebbe senz’altro un tè Formosa Oolong, dalle foglie multicolori e dal profumo fruttato, con madeleine o sfogliatine farcite di crème fraȋche.
In piena estate invece, magari di ritorno da un viaggio, sedotta dall’atmosfera del Marocco la signora in questione citerebbe probabilmente tè alla menta e corni di gazzella; se fosse stata in America adorerebbe proporre un Boston iced tea al succo di cranberry da servire con cheesecake in miniatura, oppure un iced tea con frutta e agrumi insieme a peacan cookies se avesse visitato gli Stati Uniti del Sud. Da una vacanza ai Tropici riporterebbe l’idea di un chilled tea punch con rum e succo di ananas e di piccoli nutmeg wafer-thin bisquits. E potremo continuare così per pagine e pagine, tanta è la passione e la cura che si possono riversare in un afternoon tea, quando ci si crede. Ricordiamocelo, quando ci viene voglia di accompagnare un biscotto speciale ad una tazza di buon tè!
Acquaviva
Bibliografia:
Massimo Alberini, “Biscotti e Gallette” in La Cucina Italiana, aprile 1996
Susanna Bake, Afternoon tea parties, Ryland Peters & Small, 2008, isbn 978-1-84597-725-2
Giuliana Orme, Afternoon Tea at Home – Made Simple, Canonbury Publishing, 2008, ISBN 978-0-9555671-3-1
Credits:
foto tè e alzatina: da qui
immagine della fabbrica inglese: da qui
foto della scatola di biscotti: da e-bay
foto scones e foto champagne tea: da qui
foto tea room: da qui
foto garden tea: da qui
foto corni di gazzella: da qui
9 comments
Beh , che dire , mi inchino al te’ ma sopratutto a Te ! Bellissimo ed interessante il tuo post .
Che meraviglia di cose da sapere. grazie Marica
Un post che ho letto tutto d' un fiato : interessante, esaustivo e divertente. Grazie, Acquaviva.
Un post che ho letto tutto d' un fiato : interessante, esaustivo e divertente. Grazie, Acquaviva.
Grazie a tutti per i complimenti. Oltre che filonipponica, misteriosamente napoletana inside e un sacco di altre cose, chissà come mi ritrovo curiosamente anche un costante british mood di base. E non avrei potuto msi
ignorare questo richiamo nel parlarvi di biscotti!
Sono commossa. Ma davvero. Come sempre scrivi cose interessantissime e ignote…almeno a me! C'è tutto quello che amo: l'Inghilterra, i biscotti, le scatole di latta, la storia…paradossalmente l'unica cosa alla quale potrei rinunciare è proprio il tè 🙂
Grazie, un articolo bellissimo e ricco di spunti e suggestioni!
Sublime!
Stupendo! Adoro i racconti storici su piatti e tradizioni! quando penso all'ora del te non posso che sognare ad occhi aperti, mi affascina tantissimo e con queste foto e le tue parole sono già in un'altra dimensione! Proprio qualche tempo incuriosita da questa usanza, sono andata a leggere un po' di fonti sulle sue origini e ho scoperto così come nacquero i sandwich e il loro legame con l'afternoon tea! Grazie per questo bel contributo, c'è sempre da imparare!
Sono a bocca aperta….
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