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MTC N. 46: BYE, BYE, MISS MTC PIE… LA GAME PIE

by MTChallenge

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Di tutte le torte salate che si preparano con regolarità anche al giorno d’oggi, la Game Pie, uno dei monumenti della gastronomia britannica, è quella che manifesta più direttamente i legami con il suo passato.  Non solo per il ripieno di selvaggina, chiaro rimando alle battute di caccia e alla valenza simbolica della carne, nell’antichità: ma anche e soprattutto per quel rivestimento in crosta che costituisce il filo conduttore della sfida di Marzo e che rimanda alle origini di queste gloriose preparazioni che, da altissimo prodotto dell’intelligenza umana quali furono, costituirono una presenza fissa sui banchetti, nel corso dei secoli. 
Da qui, la decisione di inaugurare il Tema del Mese proprio con questa preparazione, a dispetto di una farcitura non propriamente primaverile: ma ossequiare la stagione, in questo caso, avrebbe tagliato fuori l’occasione per presentarvi una delle pie salate più nobili e più gustose del panorama europeo e di rendervi gradevole la spiegazione che segue….
P { margin-bottom: 0.21cm; Anche se le prime tracce
storiche delle torte salate- intese principalmente come dei paté o dei ripieni di ingredienti cotti, avvolti da una sfogia di farina e acqua- risalgono all’età classica della Roma
repubblicana e soprattutto imperiale, è solo dal Medioevo che esse
si affermarono in modo definitivo, per diventare una presenza
costante nei banchetti scenografici dell’età rinascimentale e del
Barocco. In origine, il rivestimento di pasta serviva da recipiente
di cottura: dovendo resistere ad alte temperature e ad una lunga
permanenza nel forno, questo era molto spesso e, generalmente,
immangiabile: è probabile che consistesse solo in farina impastata
con acqua e che la sua funzione si esaurisse subito dopo il servizio,
dove fungeva anche da piatto da portata. Di certo, non era cosa da
piani alti, sebbene non sia escluso che croste di questo guscio,
insaporite dall’intingolo del ripieno, venissero distribuite alla
servitù o ai poveri che si accalcavano attorno ai castelli, in
occasione di questi eventi. Successivamente, quando i banchetti
assunsero le valenze del potere, diventando i segni visibili della
ricchezza e dell’autorevolezza dei nobili che li organizzavano, furoo
proprio le pie i piatti che meglio si prestavano all’imperativo dello
“stupore”: non solo divennero la base per elaborate sculture in
pasta, ma si trasformarono in veri e propri scrigni, prodighi delle
più improbabili sorprese: da voli di uccelli vivi, che si levavano
nell’aria al taglio della torta a presenza ancor più meravigliose,
come i nani di corte: il più celebre fu Jeffrey Hudson, mostruosa
creatura alta appena 18 pollici, che spuntò fuori dalla Pie offerta
alla regina Enrichetta Maria, moglie di Carlo I, come dono personale
dell’anfitrione, il Duca di Buckingham. Nella maggior parte dei casi,
il ripieno era sempre costituito da selvaggina, di taglia più grossa
e quindi più pregiata per i ricchi e di taglia piccola e quindi più
economica, per i poveri.
Il successo di queste
preparazioni rimase invariato nel tempo, grazie anche all’avvento
degli stampi, di ceramica prima e di acciaio poi, che consentirono di
rendere la sfoglia più sottile e più gustosa: nei Paesi
anglosassoni è d’uso prepararle ancor oggi, specie nei mesi più
freddi dell’inverno.

GAME PIE
stampo rotondo da 24 cm
per la sfoglia
550 g farina, più quella per la
spianatoia
80 g burro freddo a cubetti
80 g lardo freddo a cubetti
160 ml circa acqua
2 cucchiaino lievito istantaneo
1 cucchiaino sale fino
un tuorlo d’uovo per lucidare la
sfoglia
per il ripieno
1 kg selvaggina mista (faraona,
fagiano, piccione)
500 g carne di cervo
4 cucchiai olio
150 g pancetta affumicata, a
striscioline
2 cipolle, affettate
1 gambo di sedano, a tocchetti
250 g champignon, mondati, privati del
gambo e affettati
2 foglie alloro
500 ml vino rosso
3 rametti timo
500 ml brodo di carne
2 cucchiai d marmellata di mirtilli
rossi
sale e pepe
burro e farina per lo stampo
Sulla spianatoia
leggermente infarinata, setacciate la farina con il lievito e il sale.
Aggiungete il burro e lo strutto e incorporateli, lavorando rapidamente
con la punta delle dita, sino a formare delle grosse briciole. Unite l’acqua, a poco a poco, sempre impastando velocemente:quando l’impasto sarà liscio ed omogeneo, suddividetelo in due parti: stendetene una
col mattarello, ad uno spessore di mezzo cm e con questo rivestite il
fondo e i bordi dello stampo precedentemente imburrato e infarinato.
Avvolgete il resto della pasta in pellicola e metti in frigo.
Scaldate l’olio in un’ampia
casseruola dal fondo largo e fate rosolare la carne tagliata a cubetti
di 1,5-2 cm, poca per volta. Aggiungete la pancetta e la cipolla e fate
cuocere fino a quando quest’ultima sarà traslucida. Unite il sedano
e i funghi e cuocete per 3 minuti; spolverte  il tutto con la farina e
fate tostare per altri 2 minuti. Aggiungete tutti gli altri ingredienti,
mescolate bene, abbassate la fiamma e fatecuocere dolcemente, a
recipiente coperto, per circa due ore o fino a quando la carne sarà
tenerissima. Lasciate intiepidire. 
Stendete il resto della
sfoglia in un disco piuttosto sottile del diametro di circa 28 cm
Versate la carne nello
stampo e copritela con il disco di sfoglia, tagliando via quella in
eccesso (potete ricavarne delle decorazioni da applicare sulla torta).
Sigillate bene i bordi. Spennellate con il tuorlo d’uovo e con un paio
di forbici, praticate un piccolo taglio a croce, al centro della torta,
per far uscire l’umidità del ripieno, durante la cottura.
Infornate a 200°C per 30
minuti o fino a quando la superficie sarà dorata.

5 comments

MTChallenge 19 Marzo 2015 - 13:02

Wow… che ricordi… fu la seconda cosa che provai quando svarcai a Londra per la prima volta (a 18 anni) la prima fu il the, ma la game pie me la riccordo ancora!!! Bonnaaaa!

blog2food 12 Marzo 2015 - 13:38

cosi' importanti nella cultura Britannica sono le pies che si ritrovano spessissimo nel repertorio delle Nursery Rhimes, come quelle di Mother Goose.
Ad esempio quella che inizia cosi':

Sing a song of sixpence,
A pocket full of rye.
Four and twenty blackbirds,
Baked in a pie.

When the pie was opened,
The birds began to sing;
Wasn't that a dainty dish,
To set before the king?
…..

O questa:
Little Jack Horner
Sat in the corner,
Eating a Christmas pie;
He put in his thumb,
And pulled out a plum,
And said 'What a good boy am I!

Mia figlia Abigail, cuoca in erba, ogni volta che legge Mother Goose mi chiede come potremmo replicare una pie da cui i tordi escano in volo 🙂

–Ann

Edith Pilaff 13 Marzo 2015 - 2:36

Faresti la felicita' di tua figlia……..https://www.youtube.com/watch?v=ww8X6Hzh3nY
Carinissima la nursery rhyme!

Vitto da Marte 12 Marzo 2015 - 10:20

Davvero interessantissimo! grazie!!!!

MTChallenge 12 Marzo 2015 - 9:03

Sto studiando l'argomento che diventa sempre più vasto ma così incredibilmente interessante!!

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