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C'era una volta il West.. e c'è ancora!!!

by MTChallenge
colonna sonora: C’era una volta il West

 
Patty- Andante con gusto

Che il cinema Western non sia morto ma sorprendentemente vivo e decisamente vegeto, ce lo ha ricordato Tarantino proprio quest’anno, con il suo gagliardissimoDjango Unchained, un grande film che ha regalato per altro un meritatissimo oscar ad uno dei protagonisti, l’attore Christoph Waltz (già indimenticabile cattivissimo in Bastardi senza gloria e cinico promotore farmaceutico in Carnage). Il film di Tarantino è un western geograficamente fuori dagli schemi visto che si svolge nel profondo sud americano ai tempi della secessione, ma le caratteristiche del genere ci sono tutte così come l’omaggio del regista al nostro cinema (dal Django del titolo che si rifà allo Django di Corbucci fino al refrain di Luis Bacalov che ritorna più volte nel film).
Si, perché quando si parla di Western, ci si riferisce ad un genere puramente cinematografico di origine statunitense, che racconta in forma mitizzata un importante fatto storico: la conquista dell’Ovest e la nascita della nazione americana.
Parlare del cinema Western, come in genere parlare di cinema, mi emoziona parecchio. Ma tutte noi, per lo meno le amiche della mia generazione, potranno confermare di essere cresciute con il mito della perpetua lotta tra Cowboy ed Indiani, metafora dell’incessante lotta tra bene e male.  
I film western erano quel genere la cui visione era “consentita” ad un pubblico di minori. Erano in poche parole quei film su cui papà non metteva il famigerato veto “ a letto dopo Carosello” e la sua visione riuniva tutta la famiglia. Certo, le scene di violenza non si facevano desiderare, ma erano tutte giustificate alla difesa e salvezza dell’eroe del momento, il pioniere virtuoso, lo sceriffo disinteressato che lottava per proteggere se stesso, la propria famiglia e la comunità dai selvaggi che abitavano le sconfinate praterie o gli infuocati deserti americani. 
Su questi contenuti è costruito tutto il cinema Western Classico, che ha avuto in John Ford e Howard Hawks i suoi massimi esponenti. Il primo, indiscusso ed indimenticabile per lo meno nella mia testa è “Ombre Rosse”. Chi di voi ha avuto la fortuna di visitare una volta nella vita la Monument Valley, non potrà non aver rivissuto con estrema emozione l’epica scena dell’inseguimento della diligenza che attraversa a tutta velocità questa incredibile valle segnata da rocce rosse monumentali. Alzando lo sguardo verso l’alto, si ha sempre l’impressione di scorgere le sagome dei nativi pronti a scagliare la prima freccia. 

clicca qui per rivedere la scena del film

Non posso non citare “Sentieri selvaggi” e l’incessante ricerca della bambina rapita dagli indiani Comanche (una giovanissima splendida Natalie Wood) da parte dell’ex soldato confederato Ethan (John Wayne), che riesce  a liberarla solo ormai adolescente. Ricordo le emozioni dei colpi di scena finali, quando Debbie, la bambina, viene ritrovata ormai donna “indianizzata” e sposata al capo indiano Scout, la bambola di pezza, e la solitudine del protagonista quando lascia la famiglia al termine del film. Un capolavoro.

Impossibile non ricordare “Un dollaro d’Onore” che rivalutò la capacità attoriale di Dean Martin, con la sua memorabile rivalsa finale (un film che avrò visto almeno 10 volte ed uno dei preferiti di mio marito). Meravigliosi tutti gli interpreti. Il tema della lotta continua anche in questo film, ma i cattivi questa volta sono una banda di rapinatori che vogliono liberare un loro compagno tenuto in cella dallo Sceriffo, un già maturo e stanco John Wayne.  Indimenticabile il duetto tra Dean Martin ed il giovanissimo Ricky Nelson con l’armonica suonata dal vecchietto sdentato! 

Che dire allora di Duello al Sole…Mezzogiorno di Fuoco…I magnifici Sette… Quel treno per Yuma….potrei continuare per ore perché dagli anni trenta a tutto il 1960 la produzione di film Western Classico ebbe il suo momento di gloria.
Solamente dalla fine degli anni ’60, inizio 70’ si comincia ad avvertire un’inflessione di interesse da parte dell’industria cinematografica per questo genere, ed alcuni autori e registi danno vita ad un genere che viene chiamato dai critici “Western crepuscolare”. Il protagonista è sempre in bilico tra l’esaltazione di un passato all’insegna di una virilità e di una consapevolezza che non si vuole cancellare, ed un futuro incerto e pieno di dubbi e di dolori personali. Maestro di questo genere è senza dubbio Sam Packinpah con il suo capolavoro “Il mucchio selvaggio”.
Mentre negli Stati Uniti matura e cresce questo filone, sarà un italiano che sorprendentemente riporterà in auge il film Western proprio a partire dagli anni ’70. Il nostro amatissimo Sergio Leone darà vita ad un genere completamente nuovo, battezzato dagli americani “Spaghetti Western” (vista la provenienza). Nei film di Leone, la lotta fra bene e male non ha più contorni ben definiti. L’eroe, se si può parlare di eroe, è sporco, impolverato, sottilmente cinico, assolutamente senza scrupoli e solamente un po’ meno cattivo dei suoi antagonisti. Trama ed azione ricche di violenza, spesso gratuita, diretta in particolare all’arricchimento personale, alla vendetta ed al “si salvi chi può”. Non manca una spolverata d’ironia e la meravigliosa musica di Moricone che segna come un marchio indelebile tutti i lavori di Sergio Leone. Ne cito uno per tutti, che tanto ognuna di voi ha il suo preferito, ma che secondo me resta il suo capolavoro a chiusura della sua produzione western: C’Era una volta il West. Il soggetto fu scritto da Leone con Dario Argento (credeteci) e Bernardo Bertolucci, e per la prima volta girato nella Monument Valley, tralasciando i set andalusi, e come in Packinpah, si celebra la morte del West, con personaggi tormentati, combattuti, falliti, infinitamente cattivi (Henry Fonda, la faccia buona dell’America, dà per la prima volta vita ad un personaggio cattivissimo che destabilizza l’audience). E poi una figura di donna indimenticabile, interpretata dalla splendida Claudia Cardinale, che regge il confronto in bravura e potenza scenica con il resto dei protagonisti. Che dire, per chi ama il cinema, mito! 
Gli anni ’70 segnano una totale inversione di rotta. I fatti della storia americana, la guerra nel Vietnam, i movimenti pacifisti, ecc., sono alla base di una rilettura della storia del West, che affranca la figura dei nativi dalla loro immagine di “cattivi”. In poche parole viene raccontata la verità di uno sterminio perpetrato ai danni di una cultura ed una civiltà, quella dei nativi americani. Saranno film potenti come Corvo Rosso non avrai il mio scalpo di  Sidney Pollack con un bellissimo ed intenso Robert Redford, Piccolo Grande Uomo con Dustin Hoffman, la serie di Un Uomo Chiamato Cavallo, che ripercorre i riti e le usanze di questi popoli,  e un film che magari qualcuno di voi non ricorda ma che a me ha segnato l’adolescenza: Soldato Blu. La storia si sviluppa intorno a 2 protagonisti, un soldato federale ed una bianca cresciuta in una tribu Cheyenne e si chiude con una delle più terribili carneficine della storia americana, quella di Sand Kreek, in cui vennero trucidati 500 indiani tra cui donne e bambini da parte dell’esercito federale. La scena non risparmia lo spettatore di dettagli raccapriccianti e ricordo con apprensione di averlo visto a scuola in seconda media e di esserne uscita piangendo. Non lo fate vedere ai vostri bambini per carità.
Avvicinandoci ai nostri tempi, non posso non ricordare il super premiato Balla Coi Lupi, un commosso omaggio alla cultura degli Indiani d’America, lo splendido Cancelli del Cielo di Michael Cimino (memorabile la scena della sparatoria finale), El Grinta dei fratelli Coen ( ricordando El Grinta con John Wayne) pervaso dall’immancabile ironia coeniana, Wyatt Earp con Kevin Kostner e sorta di remake del famoso Sfida all’OK Corral, il Cavaliere Pallido e Gli Spietati con la superba regia di Clint Eastwood che non manca di apparire come protagonista ritornando al genere che lo ha battezzato come attore.
Desidero aggiungere un altro film che considero Western per il contenuto della trama che trovo splendida per la rievocazione storica e che racconta, anche se nella sua parte finale, la corsa alla presa dei territori dell’Ovest in una cavalcata indimenticabile: Far and Away, da noi conosciuto come Cuori Ribelli, con un giovane e baldanzoso Tom Cruise insieme alla splendida allora non ancora botulinata Nicole Kidman. Il finale vale tutto il film. 
Non è finita qui, perché non posso tralasciare almeno 2 film che per una volta vedono le donne protagoniste (perché diciamoci pure la verità, i film western sono fantastici ma a volte la densità di testosterone è veramente eccessiva e non facilità punto l’immedesimazione). Due film molto diversi che però sono nel mio cuore ed una citazione è doverosa: Calamity Jane ( Doris Day forever) e Sette Spose per Sette Fratelli (non ci sono indiani, non ci sono sparatorie, ma musica meravigliosa e scazzottate da saloon).
Termino con 3 serie che hanno segnato la nostra infanzia e adolescenza (parlo a nome di quella babbiona sottoscritta, non vogliatemene): La Casa nella Prateria, Alla Conquista dell’West e La Signora Dell’West.

Patty- Andante con gusto

20 comments

Patty 15 Aprile 2013 - 19:17

Mary carissima, anche tu vittima di Soldato Blu? Un film che in tutto il suo sviluppo crea un'atmosfera leggera e divertente dialoghi ricchi di ironia e battibecchi tra i due protagonisti. Mai uno si aspetterebbe un epilogo così tragico. Forse l'apertura del film ne anticipa i toni, ma ti posso giurare che anche oggi avrei difficoltà a riguardarlo per quel finale così doloroso. Grazie per essere passata.

mari ►☼◄ lasagnapazza 15 Aprile 2013 - 16:22

Vabbè…vorrà dire che dovrò pensare a qualcos'altro da scrivere per il mio post sul chili con carne 😉
Hai detto proprio tutto (e benissimo come sempre). Ho passato ore da bambina davanti alla tv a guardare i western, due su tutti nel mio cuore, C'era una volta il west e Soldato blu.

Mai 15 Aprile 2013 - 16:16

Mio pappa e mio nonno sono appasionati di "western" o pellicole de "pistoleros", mio padre avrà leto più di 200 libri di cawboys, e non esagero. Ma a me l'unica cosa che riuscivo a guardare era "La casa de la pradera" ! E ricordo che mia mamma ne era entusiasta e questo entusiasmo me lo tramite anche a me! Questo post mi ha riportato lontano, come tempi e come luogo e mi hai fatto ricordare le domeniche immagini famiglia fi moooooti anni fà!! (Mohammed… adesso si scopre che sono vecchia Conegliano il far west!!!
Grandissima Patty!
Kisses!

Patty 15 Aprile 2013 - 19:14

ahahahaha, tu mi fai morire! Anzi, mi hai fatto venire in mente che mi sono dimenticata il Western nei fumetti, con un papà che collezionava Tex e Zagor…entrambi più o meno delle stesse tematiche. Anche se io adoravo Zagor (sempre dalla parte degli indiani!).
Però abbiamo scoperto che in questo gruppo il western fa rima con una sola parola: famiglia!
BAcioni grandi

Andrea 15 Aprile 2013 - 15:20

Grazie Patty per questo tuo bellissimo contributo. Io ero un appassionato di film western, quando negli anni '60 gli indiani erano i cattivi che volevano uccidere i cowboys, ma poi alla fine arrivavano sempre 'i nostri' a salvarci! Poi sono arrivati gli 'spaghetti western' di Sergio Leone ed infine gli indiani sono diventati i buoni che difendevano le loro terre contro l'invasione degli implacabili uomini bianchi! Quante storie, quante avventure! E che bei filmati che ci hai offerto…!

Patty 15 Aprile 2013 - 19:12

A parte Andrea che sotto la tua maschera di Spiderman non riesco proprio a capire la tua età e non mi sembri proprio vecchio babbione, anzi mi sà che guardavi la tivù giusto qualche anno prima di me. Ho smesso presto di fare il tifo per i cowboy ma il pathos di questi film è e resta ineguagliabile. Grazie e un bacione.

Andrea 15 Aprile 2013 - 19:31

Cara Patty, sto tenendo fede all'aforisma che ho scritto in alto a dx del mio blog: Invecchiare non sarà niente se nel frattempo saremo rimasti giovani! Mi piace troppo e mi ci sento dentro. Bacissimi

Roberta | Il senso gusto 15 Aprile 2013 - 14:44

Beh, tra i miei film preferiti (merito della della colonna sonora e di Clint il Vecchio già da giovane) c'è 'Per un pugno di dollari' e 'Per qualche dollaro in più', forse perchè a me lo sterminio degli indiani (i cattivi) da parte dei cowboy (i buoni) non l'ho mai digerito. Oltre al fatto che Jonh Wayne era un tantinello antidemocratico e ben lontano dal ruolo del 'buono' che rappresentava.
Cmq brava Patty nel aver fatto questa splendida carrellata sui film western che ci aiutano a staccarci un po' da questo mondo così globale… 🙂

Patty 15 Aprile 2013 - 19:09

Ti confesso una cosa: anche a me John Wayne non mi ha mai esaltato…l'unica volta che mi è davvero piaciuto è stato in Pugni, Pupe e Pepite, dove per la prima volta mostrava le sue debolezze da innamorato della stupenda Capucine…per il resto è monoespressivo. E' nato con lo sguardo verso l'orizzonte ed è sempre uguale, felice e incazzato…il Clint è un'altra cosa. Bacione cara amica cinefila.

๓คקเ 15 Aprile 2013 - 11:49

Patty, con la tua disamina mi hai portata magicamente indietro nel tempo, a quando ero bambina e guardavo i film western la sera, insieme alla mia famiglia.
Non ho certo la tua cultura cinematografica e non conosco tutti i film che hai citato, mai chissà perché mi è venuta una gran voglia di vederli (in alcuni casi rivederli) tutti!!!!

Patty 15 Aprile 2013 - 19:06

Io adoro le maratone tematiche…bidone di pop corn, bibite superzuccherose e possibilmente qualche schifezza non qualificabile…e poi un filmone via l'altro…ti va l'idea?

Alessandra Gennaro 15 Aprile 2013 - 10:08

a sentire mia nonna, "tuo nonno somigliava a ION VAINE". Detto come si leggeva ai suoi tempi, che erano quelli in cui il cinema era un affare serio e magico, che ti impegnava un pomeriggio intero, fra scarpinate per raggiungere la sala più vicina e ritorno. Lei non si perdeva un film, esattamente come, da ragazzina, non si perdeva un'opera lirica, anche a costo di stare in piedi al freddo per un'ora, prima che qualche anima pia le aprisse la porta e la facesse entrare di nascosto, dall'ingresso laterale.
E il cinema western, aveva un suo perchè: c'era il fascino di una terra lontana, irraggiungibile, ancora avvolta nel mito, almeno per lei che non aveva conosciuto il dolore del distacco dell'emigrante; c'erano questi valori puri, assoluti, semplici e potenti, capaci di arrivare dritti al punto, senza nessuna sfumatura di grigio; e c'era sempre questo trionfo del bene sul male e pazienza se la storia ha poi spiegato che la verità era un'altra: una volta assimilato il concetto, è bastato invertire i termini della questione e il risultato non cambiava.
Quello che mia nonna non capiva, razionalmente, è che tutto questo era possibile grazie a quei geni che allora erano dietro la macchina da presa e che sono i principali artefici di questa pagina che Patty ci ha così magistralmente raccontato. A lei, bastavano le emozioni, qelle che la facevano alzar dalla sedia, ad ogni assalto della diligenza e che, successivamente, la incollavano allo schermo della TV, quasi che tovasse insopportabile non poter essere dentro le scene che la appassionavano di più.
E comunque, uno degli sguardi più preoccupati di sua figlia (mia madre), seguito da un "bisogna farla curare" era stato causato da una puntata de La Casa della Prateria, in cui mia nonna si era inserita, nel'attimo di silenzio fra il bussare alla porta e l'invito ad entrare della signora Ingless: "prego, si accomodi- aveva detto pronta mia nonna- faccia come se fosse a casa sua"… all'epoca, piangevo dal ridere. E ora, lo faccio di commozione. Grazie Patty, ma davvero…

Patty 15 Aprile 2013 - 11:08

E mi sono trattenuta. Mia sorella mi ha pubblicamente redarguito per non avere citato Butch Cassidy con uno degli attori che in assoluto amo di più, il superbellimo "occhidicielo" Paul Newman ed una colonna sonora che ti strappa le budella. Per quanto riguarda La casa Nella Prateria, la famiglia Ingalls era religione in casa nostra. Non ne abbiamo mai perso una puntata, anzi, se possibile si rivedevano con buona pace di mio padre, che comunque si divertiva un sacco. A volte mi chiedo perché non ripassino serie come quella, che di certo i bambini amerebbero da morire. La tua nonna era un portento, come tutte le nonne comunque. Che nostalgia….

La cucina di Bucci 15 Aprile 2013 - 14:26

Le ripassano, le ripassano!! La casa nella prateria c'è tutti i giorni dalle 15 alle 16 su Rai 3!! Lo guardo sempre!

La cucina di Bucci 15 Aprile 2013 - 8:33

Patty, che articolo meraviglioso! Sei riuscita a risvegliare l'interesse anche in una ignorante di western come me. E pensare che mia mamma ne va matta, mi racconta sempre di quando andava al cinema con suo papà, a vedere i film dei "coboy", come li chiamava lui. Io invece ne sono quasi totalmente a digiuno, tolto Balla coi lupi (uno dei film preferiti di Bucci mio), La casa nella prateria, che però è cosa altra, e L'uomo che uccise Liberty Valance, che avevo dovuto guardare e studiare per un esame di drammaturgia del film!
Grazie mille Patty!!!

Loredana 15 Aprile 2013 - 8:15

Pur non amando il genere anche io sono cresiuta con La casa nella prateria! 😉
Clint lo preferisco sicuramente come regista, ma confesso di non aver mai visto un western per intero…magari mi scoppia una passione !

Francy BurroeZucchero 15 Aprile 2013 - 10:02

eeeehhhh la casa nella prateriaaa!! che meraviglia! anche io la guardavo sempre, ero mezza innamorata di Charles Ingalls!

Francy BurroeZucchero 15 Aprile 2013 - 7:39

Patty!! Vieni al cinema con me?  No, perché io i film western non li amo ma tu con questa carrellata mi fai pensare di non averli mai guardati come si deve. E dire che l’argomento (far west, cowboys, deserto, polvere e sole) mi ha sempre affascinata. Complimenti, sei un vero pozzo di conoscenza cinematografica!

Francy BurroeZucchero 15 Aprile 2013 - 8:03

PS: Ma quanto adoro Clint Eastwood sia davanti che dietro la telecamera?

Patty 15 Aprile 2013 - 8:09

Cara Francy, Clint è Clint e non si discute…inoltre ha dimostrato di essere un regista meraviglioso e super prolifico. Io lo adoro. Ed al cinema con te ci verrei subitissimo!

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