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Tips & Tricks: Il Latticello o Buttermilk

by MTChallenge

Burro e latticello 
Hai già accettato il fatto che dovrai fare a meno della farina e di tutto ciò che contenga glutine, hai compreso quanto sia importante per la tua amica o il tuo amico celiaco, hai superato la tua avversione per i coloranti, hai ammesso che anche le ricette d’oltreoceano hanno il loro perché, hai persino scelto il tuo miglior tacco 12, ma non riesci a trovare il buttermilk per la Red Velvet Cake gluten free di Stefania?
Nessun problema… puoi fartelo a casa!! E ti ritroverai anche con un bel panetto di burro da utilizzare per fare la base della Red Velvet, e anche la buttercream, che con il burro homemade assumerà un sapore molto delicato, per niente burroso. 
Un po’ di nozioni 
Il burro è un grasso alimentare ricavato dalla sbattitura della crema di latte (il grasso del latte), che può essere ottenuta dalla centrifugazione del latte, o tramite affioramento. Una volta ottenuta la panna, o crema di latte, si procede con la sbattitura, o zangolatura, così chiamata dal nome dello strumento utilizzato in passato, la zangola, un barile rotante di legno. Durante questo processo la panna si separa in due parti: una solida, il burro, e una liquida, il latticello.
Il burro centrifugato è un prodotto di alta qualità, ampiamente diffuso nei paesi del nord Europa e pressoché introvabile tra i produttori italiani, che prediligono invece la produzione di burro di affioramento, di qualità certamente inferiore. In Italia, infatti, il burro è principalmente un sottoprodotto dell’industria casearia, perché la quasi totalità del nostro burro è ricavata a partire dalla produzione dei formaggi DOP, primi fra tutti il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Il latte utilizzato è certamente di ottima qualità, il problema sta però nelle tecniche di produzione, che se da un lato sono ideali per la produzione del formaggio, dall’altro non lo sono per ottenere un burro di prima qualità, in quanto sono necessari ulteriori trattamenti industriali.
Ormai nei nostri supermercati possiamo trovare dell’ottimo burro bavarese o danese di centrifuga (soprattutto nei discount), ma per avere un prodotto davvero freschissimo, perché non produrre il burro direttamente a casa nostra?
Come abbiamo visto, la burrificazione, il processo di produzione del burro, consiste nella sbattitura della panna ottenuta attraverso la centrifugazione del latte o l’affioramento. La panna fresca che troviamo in commercio è ottenuta dalla centrifugazione del latte, quindi non ci resta che procedere con la sbattitura di quest’ultima per ottenere dell’ottimo burro di centrifuga casalingo. È un processo molto semplice da effettuare in casa, e non è necessario l’ausilio della tradizionale zangola, sarà sufficiente un normale robot da cucina con le fruste, una planetaria, o un frullino elettrico. Il burro ottenuto con questo metodo ha un sapore molto delicato perché a differenza di quello commerciale non ha subito il processo di fermentazione. È perfetto da usare nelle preparazioni dolci dove non vogliamo che prevalga l’aroma del burro, come nella crema di burro (buttercream), che spesso tendiamo a non utilizzare perché per i nostri palati italici risulta ‘davvero troppo’. Per quanto riguarda l’utilizzo in preparazioni come torte o dolci lievitati, bisogna tenere in considerazione che il contenuto di acqua del burro così prodotto è superiore a quello del burro in commercio, quindi potrebbe essere necessario ridurre il quantitativo di liquidi della ricetta.
Durante il processo di burrificazione, oltre al burro otteniamo anche un altro ingrediente: il latticello. Con la diffusione delle ricette di dolci americani si sente sempre di più parlare di buttermilk, tradotto con latticello. Ma è molta la confusione riguardo l’argomento, occorre pertanto chiarire alcuni punti per capire di che cosa stiamo parlando. Nelle ricette americane, quando si parla di buttermilk, si intende il cultured buttermilk, un prodotto industriale ottenuto aggiungendo nel latte una coltura di batteri (o Streptococcus lactis o Lactobacillus bulgaricus) che fanno fermentare il lattosio (principale zucchero del latte) e producono acido lattico, dando al buttermilk il caratteristico sapore acido.
Il traditional buttermilk, o buttermilk tradizionale, invece, è il liquido ottenuto durante il processo di burrificazione della panna fermentata. Tradizionalmente, la panna si otteneva schiumando la parte grassa che affiorava sulla superficie del latte crudo; questo processo durava alcuni giorni, abbastanza da permettere ai batteri naturali di produrre acido lattico e fermentare. Con la sbattitura della panna così ottenuta, si otteneva una parte solida, il burro, e una parte liquida, il buttermilk. 
Volendo, i puristi potrebbero provare ad ottenere la panna a casa. Basterebbe procurarsi del latte crudo (qui si trova una mappa dei distributori di latte non pastorizzato in Italia), versarlo in un recipiente e lasciarlo riposare per 12 ore. Il giorno dopo, e per i successivi 4 giorni, si dovrà prelevare con un cucchiaio di legno la panna affiorata in superficie, e conservarla in un vaso di vetro in frigorifero. La panna così ottenuta, potrà essere sbattuta (vedi ricetta sotto) per ricavare il burro e il latticello fermentati naturalmente; il latte crudo, infatti, durante il lungo processo di affioramento della panna, avrà subito naturalmente una fermentazione. Questo metodo, però, non è certo sicurissimo dal punto di vista igienico, perché il latte potrebbe irrancidire ed essere dannoso per la salute. Inoltre, il latte crudo non subirebbe alcuna bollitura, e si correrebbe il rischio della proliferazione di batteri patogeni.
Il latticello che si ottiene frullando la panna fresca, invece, è latticello non fermentato, perché deriva da panna pastorizzata, e non ha le stesse caratteristiche del latticello che si trova in commercio. È un’ottima bevanda, nutriente e senza grassi, può essere usato per cucinare, o al posto del latte nelle ricette dei dolci, ma non può per esempio essere utilizzato per il soda bread, in cui è fondamentale la presenza di latticello fermentato che faccia reazione con l’agente lievitante, il bicarbonato di sodio, per produrre anidride carbonica. Il vantaggio dell’utilizzo del latticello nei dolci lievitati è proprio questo: il latticello acidifica l’agente lievitante, sia esso bicarbonato di sodio o lievito chimico, aumentando la produzione di anidride carbonica. Quindi l’uso del latticello al posto dell’ingrediente liquido della ricetta (acqua o latte) conferirà maggiore sofficità e leggerezza al dolce finale. L’acidità del latticello serve inoltre ad ammorbidire il glutine dell’impasto, con il vantaggio di ottenere una consistenza più soffice.
Per rendere il latticello leggermente più acido si può usare qualche goccia di limone, o di aceto bianco o 1 cucchiaio o 2 di yogurt bianco non dolcificato.
Invece, per conferire al latticello ottenuto a partire dalla panna fresca la carica batterica che gli permetta di fermentare, basterà aggiungervi dello yogurt magro e lasciarlo a temperatura ambiente. Nel giro di una notte il latticello sarà fermentato e pronto da usare nei nostri dolci lievitati. 
La ricetta per farli a casa 
Ingredienti (per circa 190 gr latticello e 150 gr burro):
* 400 ml panna fresca (non zuccherata, senza aromi, stabilizzanti e coloranti aggiunti)
* 2 cucchiai di yogurt magro (per fare fermentare il latticello)
Strumenti:
* Planetaria o sbattitore
* Panno di lino bianco pulito 
Montare la panna con la planetaria o con uno sbattitore, inizialmente al minimo, per poi aumentare gradatamente fino a raggiungere la massima velocità, come se si dovesse preparare la panna montata, con la differenza che quando sarà montata non ci si dovrà fermare, ma farla “impazzire”. Inizialmente la panna monterà a neve ferma, continuare a frullare, la panna diventerà grumosa e poi inizierà a separarsi in una parte liquida (il latticello) e una parte solida (il burro). 
Consiglio di coprire la ciotola dello sbattitore perché quando il burro e il latticello iniziano a separarsi la frusta schizza ovunque. Dopo circa 15 minuti, quando il burro rimane impigliato nella frusta lasciando sul fondo della ciotola tutto il liquido, si può procedere con la scolatura.
Disporre il burro in un panno pulito, stringerlo a palla e strizzarlo dentro ad una ciotola (il liquido colato può essere aggiunto al restante latticello). Cercare di eliminare più liquido possibile per garantire una conservazione più duratura al burro. 
Quando non gocciola più, sciacquarlo sotto l’acqua corrente fredda per eliminare ogni residuo di siero. Lavorare energicamente la massa di burro con le mani bagnate su un piano di lavoro umido come se si stesse impastando il pane. Dare al burro la forma desiderata servendosi di uno stampo e far rassodare in frigorifero. 
Filtrare il latticello, versarlo in un vaso e riporlo in frigorifero. Se invece si desidera farlo fermentare, aggiungere due cucchiai di yogurt magro, mischiare bene, chiudere il vaso con della pellicola e lasciare fermentare tutta la notte a temperatura ambiente (circa 25°, in inverno si può mettere avvolto in una coperta di lana in una zona calda della casa).

N.B. per ottenere la quantità di latticello prevista per la ricetta della sfida, usate 500 ml di panna

L’idea in più
Burro aromatizzato
Il burro può essere aromatizzato con ciò che si preferisce, sale aromatico, aglio, peperoncino, prezzemolo, acciughe, scorza di agrumi, miele e frutta secca… Darà un tocco in più ai piatti di carne e pesce, o si potrà gustare spalmato su una fetta di pane. 
La ricetta per farlo a casa
Frullare o montare a pomata il burro appena preparato e già ben sciacquato e strizzato, aggiungervi l’aroma desiderato, mescolare bene e mettere nello stampo. Porre in frigorifero fino al raffreddamento. 
Burro chiarificato o ghee
Il burro si dice chiarificato quando è stato privato dell’acqua e della caseina, ed è pertanto composto dalla sola parte grassa. È una preparazione che abbiamo mutuato dal mondo islamico, dove viene chiamato ghee.
Il burro chiarificato regge temperature di cottura molto più alte rispetto al burro normale, brucia cioè a temperature più elevate, per questo motivo è perfetto per le fritture. 
La ricetta per farlo a casa
Scaldare il burro a bagnomaria: posizionare il burro in una casseruola, e questa all’interno di una pentola con due dita di acqua (la casseruola con il burro non deve toccare l’acqua al di sotto). Continuare la cottura a fuoco molto basso per circa 1 ora, aggiungendo acqua nella pentola inferiore, se necessario. Senza mai mescolare, man mano che sulla superficie del burro affiora una patina bianca, eliminarla con l’aiuto di una schiumarola. Quando il burro sarà diventato giallo e limpido e la caseina si sarà depositata sul fondo, il nuovo burro è pronto. Senza prelevare la caseina, filtrare la materia grassa attraverso un colino rivestito con della garza, e versare in un vaso di vetro con la chiusura ermetica. 
Conservazione 
Il latticello si conserva in frigorifero per 3-4 giorni, e il burro chiuso in un contenitore ermetico o avvolto da pellicola per 4 giorni circa nello scomparto più freddo del frigorifero, altrimenti, è anche possibile conservarlo per una settimana nel congelatore ben chiuso in un contenitore ermetico.
Il burro chiarificato ha una durata di molto superiore rispetto al burro normale, si può conservare in frigorifero in un vaso a chiusura ermetica per mesi.

Elena B. – La Cucina di Bucci

Riferimenti:
Manuela Vanni, Fatto in casa. Come produrre quello che mangiamo, Salani, Milano, 2010 
Menuturistico

46 comments

cadè 17 Febbraio 2013 - 9:02

Molto interessante questo post, chiaro ed esauriente. S
Sono una patita delle cose fatte in casa, burro compreso, ma del latticello non sapevo nulla; ho molto apprezzato,brava. Mi unisco con gran piacere ai tuoi lettori. Candida

Roberta - Pupaccena 16 Febbraio 2013 - 14:47

cara bucci, sono diventata mtc-addicted (lo so, faccio molte assenze, però il pensiero c'è!) proprio dopo aver letto e riletto il tuo post sul patè, latticello incluso.
Qui ritrovo la stessa chiarezza e la stessa piacevolezza. Fai sempre sembrare facili le cose… e mi sa che mi convinci anche a buttarmi sul latticello! spero di riuscirci già con la red velvet, o comunque al più presto.

:***
roberta

Ele 12 Febbraio 2013 - 15:25

Fatto e sono gasatissima anche io!!! Fatta anche la base che sembra venuta bene… Ma mi è venuto un dubbio: ho lasciato il latticello a fermentare con un paio di cucchiai di yogurt 0,1%, l'aspetto del latticello non è minimamente cambiato dopo il riposo…è normale?

paneepomodoro 14 Febbraio 2013 - 8:03

Appena fatto anche io e ho usato anche io lo yogurt 0,1 senza che il latticello si modificasse! Attendo la stessa risposta!

grEAT 11 Febbraio 2013 - 7:00

cavoli!!!! si sparisce per qualche giorno e si perde il meglio!!!!
grandioso!

Elisa 10 Febbraio 2013 - 17:01

L'ho fatto, l'ho fatto! E son gasatissima! 😀
Grazie Ele!!

Tantocaruccia 9 Febbraio 2013 - 12:59

Fatto stamattina! Grazie per questo chiarimento.. (Far impazzire tutta quella panna, mi si è spezzato il cuoricino a metà!:p)

Tiziana M 8 Febbraio 2013 - 22:25

meraviglioso, oggi son passata dal negozio bio dove solitamente compro il latticello e putroppo non l'avevano, ma ho fatto il pieno di panna così mi farò anche questo in casa, grazie di tutte le info sull'utilizzo nei lievitati, mi servirà senz'altro. ciao ciao

Francesca...la nuova... 8 Febbraio 2013 - 15:53

Che dire: tutte le volte che leggo un post rimango affascinata, anzi estasiata gli approfondimenti sono fantastici.
Bravissime,tutte!

Giulietta | Alterkitchen 8 Febbraio 2013 - 12:33

Questo post è utilissimo!! Grazie davvero 🙂

Julia 8 Febbraio 2013 - 9:46

sei fantastica! una spiegazione esaustiva e molto utile…questo week si fa il burro home made deciso!! baci

Sarah 8 Febbraio 2013 - 7:45

Questo è un post da incorniciare… bellissimo! Ho una domanda da fare, però (ti pareva!): purtroppo non ho lo yogurt, sono sola in casa e non posso uscire causa bimbi malati… posso usare il limone per far fermentare il latticello? O non va bene per la velvet? Grazie!

Alessandra Gennaro 8 Febbraio 2013 - 14:55

Sarahm, per ora ti rispndo io. Stefania ha proposto la versione che suggerisci tu, per cui di sicuro per la Red Velvet gluten free va bene.
Mentre per il resto, è meglio lo yogurt
besos alle creature…

La cucina di Bucci 9 Febbraio 2013 - 8:37

Come dice Alessandra, per la sfida va benissimo il limone.
Però è meglio lo yogurt, perché contiene i fermenti lattici che fanno fermentare il lattosio, anche se si tratta di un inoculo leggermente differente da quello usato industrialmente per produrre il latticello, comunque sempre fermenti lattici sono, quindi sicuramente il prodotto finale così ottenuto sarà molto simile a quello comprato.

Francy BurroeZucchero 7 Febbraio 2013 - 22:42

bravissima Bucci, grazie per questo post interessantissimo! ora burro e latticello a go-go!

la cucina di qb 7 Febbraio 2013 - 22:04

Che bel post! E' stato un piacere leggerti. Grazie davvero.

Stefania 7 Febbraio 2013 - 15:33

Ti adoro! Tutto chiarissimo e molto ben scritto!

Fabiola 7 Febbraio 2013 - 14:23

waooo, che spiegazione….grazie.

Ilaria 7 Febbraio 2013 - 13:49

Per me questo post e' stupendo e mi apre un mondo nuovo perché confesso che manco sapevo cosa fosse il latticello!!!
grazie infinite 🙂

La Gaia Celiaca 7 Febbraio 2013 - 13:30

domanda: vorrei evitare di uscire di nuovo, ho in casa solo dello yogurth greco, potrebbe andare per acificare il latticello? e se si, quanto ne devo mettere? un paio di cucchiai bastano?

Alessandra Gennaro 7 Febbraio 2013 - 18:40

Già che ti intercetto, provo a rispondere io.
Lo yogurt greco è piuttosto grasso e compatto. Ora so che esistono in commercio anche versioni allo 0, 1 di grassi, e magari hai quella: però, di solito questo è più indicato per fare in casa la panna acida, sia per la componente grassa che per la consistenza.

Per quanto riguarda il latticello, è leggermente più magro della panna acida: quindi, se usi lo yogurt greco magro, ok, stessa quantità. Altrimenti, ok lo stesso, perchè nn siamo talebani, qui sopra: vorrà dire che avrai un latticello più corposo.

Elena Borali 7 Febbraio 2013 - 18:44

Come darti torto? Condivido

La Gaia Celiaca 8 Febbraio 2013 - 7:49

il latticello sarà quindi più corposo 🙂
in casa mia gli ingredienti scremati, parzialmente scremati, 0,1% di grassi si rifiutano di entrare. proprio c'è un campo repulsivo.
… e si vede dagli abitanti 😉

La cucina di Bucci 8 Febbraio 2013 - 14:32

Hahaha 😉

Alessandra Gennaro 8 Febbraio 2013 - 14:56

io la amo sempre di più 🙂

Mai 7 Febbraio 2013 - 12:47

Bucci Sei una grande!
Mi sono già fatta la stampa, e credo che la plastifico pure!!

besos

๓คקเ 7 Febbraio 2013 - 12:41

Grande, grandissima Elena!!!!
Questo è un post da incorniciare!
Grazie per tutto quello che mi hai insegnato.

Saparunda 7 Febbraio 2013 - 10:36

Sono assolutamente senza parole!!! Prometto di rifare entrambi, se non per questa sfida, almeno in futuro…Bucci sei ECCEZIONALE!!!!

paneepomodoro 7 Febbraio 2013 - 10:32

Articolo utilissimo e che fa venir voglia di mettersi subito all'opera! Mi chiedevo però quanto buttermilk si ottiene con 400 ml di crema di latte! E' sufficiente per la ricetta di Stefania che ne richiede 240 ml?

La cucina di Bucci 7 Febbraio 2013 - 10:55

No, non è sufficiente, con 400 ml di panna si ottengono circa 190 gr di latticello e 150 gr di burro. In teoria dovrebbero bastare 500 ml di panna, ma potrebbe esserci un po' di dispersione, quindi meglio abbondare.

La Gaia Celiaca 7 Febbraio 2013 - 13:28

confermo: io ho usato 500 g di panna e mi sono venuti (pesati sulla bilancia) 244 g di latticello e 180 g di burro.

paneepomodoro 13 Febbraio 2013 - 20:45

Grazie! Domani comincio!

Lara Bianchini 7 Febbraio 2013 - 10:23

fatto tutto a natale, insieme agli scone salati con l'acciuga, perchè io sono la fan segreta (neanche poi tanto) degli scone della Dani. Detto questo, trovo un meraviglioso latticello al negozio biologico, quindi stavolta lo compro, anche se è veramente impagabile la soddisfazione.

Patty 7 Febbraio 2013 - 9:22

Bucci, magnifico, spiegato alla perfezione. Un post da stampare e tenere in casa per sempre! Grazie davvero.
Pat

Antonietta 7 Febbraio 2013 - 8:35

Complimenti!
post interessantissimo, dettagliato e chiaro.
Provengo da una famiglia di contadini, dove si sono allevate mucche fino a 15 anni fa e attualmente lavoro nel caseificio di famiglia e tutte queste cose mi sono state sempre familiari, ma mai mi sono interessata della destinazione del latticello, forse perché tradizione d'oltreoceano.
Mi metterò subito all'opera, ovviamente usando la panna della nostra azienda!
Grazie

Alessandra Gennaro 8 Febbraio 2013 - 14:57

..posso dire che ti invidio?? ma pure tanto, guarda 🙂

Valentina 7 Febbraio 2013 - 8:30

Elena, che bel post! è talmente chiaro che ho cambiato idea: non miscelerò yogurt&latte ma preparerò burro e latticello così!
ma guai a voi se poi mi appassiono alla buttercream 🙂

La cucina di Bucci 7 Febbraio 2013 - 10:02

Corri un grosso rischio! 😉
Questo burro ha sì la consistenza del burro, ma il sapore della panna!

roberta 7 Febbraio 2013 - 8:29

Carissima Bucci, indovina cosa sto cercando in rete? Un cream separator casalingo per centrifugare la panna del latte di Rossella! Vuoi venire a vivere a Thiviers con me?

La cucina di Bucci 7 Febbraio 2013 - 10:02

Dammi il tempo di preparare la valigia!
Ma ti sei già trasferita? E hai già la Rossella?

roberta 13 Febbraio 2013 - 20:27

No e no, ma mi porto avanti….

La Gaia Celiaca 7 Febbraio 2013 - 7:53

bellisso articolo, veramente esaustivo.
condividerò su FB e… mi farò il burro in casa ovviamente.
il libro della vanni ce l'ho anch'io, fra i mille, ma dopo l'acquisto è rimasto lì. altro pregio di quest'articolo: tirare fuori il libro della vanni 🙂
Grazie, ovviamente!

Laura 7 Febbraio 2013 - 7:52

Buongiorno!
Post molto istruttivo… sul burro ero informata, infatti spesso invito a leggere le etichette del burro per verificare il metodo di produzione che fa la differenza(anche nell'ultimo post!), seppure non tutti i panetti siano obbligati a riportare il metodo di produzione.
Io tendo ad usare solo il centrifugato che non è burro Italiano.
Per quanto riguarda la parte della panna ottenuta da affioramento, la conosco benissimo e quel sapore non lo dimentichi più..
I miei nonni contadini avevano (ovviamente più di 30 anni fa!) le mucche, quindi latte fresco era sempre presente in casa e quel precipitarsi a tirar via la panna con il cucchiaio dal latte nel frigo..
Seppure la nonna voleva sempre bollire il latte per questioni di sicurezza,come avete specificato voi!
La ricetta per il buttermilk (nelle due versioni) la segno potrebbe essere utile!
Grazie davvero e buona giornata!
Laura

Anna Lisa 7 Febbraio 2013 - 7:52

Wow! Questo è proprio tutto il processo del VERO latticello! Grazie 🙂

Elisa 7 Febbraio 2013 - 7:50

Stupendo! Articolo scritto meravigliosamente (come al solito) e che mette proprio voglia di fare il burro e il latticello in casa: infatti li farò! 🙂

veronica 7 Febbraio 2013 - 7:47

E ALLORA METTIAMOCI ALL'OPERA ….. L'IMPRESA DI QUESTA RED VELVET SARA' IL BUTTERMILK

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